Lunedì 10 marzo 2025

Ieri pomeriggio due ragazzi che si sposeranno a breve si sono messi a raccontarmi delle reazioni dei loro colleghi all’annuncio del loro imminente passo: battute, anche pesanti, e commenti negativi sono stati molto più numerosi dello stupore e della gioia sentita per questo passo così importante. La cosa che operò mi colpiva è stato il dover notare non solo che ormai c’è davvero poca benevolenza rispetto al matrimonio cristiano, considerato come cosa d’altri tempi, ma soprattutto che chi aveva da dire cose serie le ha dette solo in segreto e quasi di nascosto, come se di certe cose non si potesse parlare davanti a tutti.

Questo è essere testimoni: mettere davanti al mondo la certezza del proprio dire sì a Gesù. Ormai non serve nemmeno impegnarsi per parlare di Gesù, basta vivere quello che siamo.

Racconto di questa cosa perchè mi ha fatto rendere conto che la vera questione, il vero problema di tutto ciò, non è tanto la testimonianza ma il segno, brutto, che in questa società non ci si vuole bene. Io ieri guardavo questi due ragazzi ed ero contento della loro gioia, non serviva quasi nemmeno che la condividessi, era sufficiente guardarli volendo loro bene per dire in cuor mio: “voglio il bene per voi, quel bene che vi fa lieti”. Colleghi e amici si sono fermati al fatto che il matrimonio non è interessante per loro; questo ha “bollato” la scelta.

Chiediamo che il nostro essere cristiani sia sempre più il segno di uno sguardo che ha in mente il bene dell’altro. Che non decidiamo noi.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»..

Vangelo secondo Matteo 5,1-12a

Le beatitudini per aprire il cammino della quaresima sono una cosa potente, un pò nella linea di quanto dicevamo ieri: la letizia del cammino la si riconosce per lo stato di beatitudine che i cristiani hanno di fronte anche alla realtà più avversa; non c’è proprio nulla che possa impedire la pienezza della vita di un cristiano.

Siamo in una situazione che va tenuta presente: l’evangelista Matteo ci dice che sono una folla quelli che vanno da Gesù e lo assediano da ogni parte ma che poi nella decisione di parlare quelli che gli sono più vicini sono i suoi discepoli. Ed è a loro che le parole di Gesù si rivolgono, credo proprio che la folla invece abbia solo il problema della curiosità; solo un discepolo abbraccia la prospettiva dell’ultima beatitudine.

Chiediamo che questo tempo di quaresima sia occasione propizia per un sì a Gesù fino “al sangue”, occasione di vero discepolato.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

4. Carattere esigenziale della vita.

 A questa esigenza chi potrà mai rispondere? … Non sarebbe uno sguardo razionale e umano alla esperienza di questa esigenza, se non leggendone l’implicato riferimento a un Altro.

Chi potrà mai darci la felicità? Stare davanti a un desiderio che non ha origine ed è sempre percepito può portare o alla posizione cinica e relativista oppure può generare il gesto di guardare oltre, di provare a vedere quale infinito possa colmare il desiderio di infinito che ci portiamo nel cuore. Per questo urge stare davanti al nostro cuore e alle sue esigenze, ci porta a Gesù.


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