28 ottobre 2024

Ieri è venuta a trovarmi una coppia di amici che ho sposato ormai sette/otto anni fa. Abitano fuori Milano, a un’oretta di auto, e dopo vari e inutili tentativi di invito a casa loro hanno ceduto e sono venuti da me.
Con la figlia più piccola.

Ci pensavo ieri sera quando mi sono reso conto che venerdì prossimo sarà la festa dei santi. Ogni anno per l’ 1 novembre scatta in me la fatica e la preoccupazione di far sì che questa festa non sia solo un giorno di vacanza, così ho iniziato a chiedermi chi sono i santi per me.
Da don Giussani ho imparato che i santi sono uomini veri, persone che hanno vissuto fino in fondo la loro umanità, fino al compimento di sè.
Ma io sono sempre bisognoso di poter vedere la concretezza di quelle parole, devo sempre fare la mia personale verifica.

Così mi sono tornati alla mente gli amici di ieri pomeriggio: chi è disposto alla fatica di un viaggio, lasciando in giro due figli, e portandosi appresso il terzo, per un’oretta di incontro e due ore di viaggio in auto?
Solo una persona, due in questo caso, che ama il proprio compimento più della fatica e della tranquillità di un pomeriggio in casa.

Certo, restano peccati e limiti, ma chi non vorrebbe essere così libero da sé?

dalla liturgia ambrosiana:  

Santi 

       Simone e Giuda, apostoli

I cristiani fondano la loro vita sulla fede trasmessa dagli apostoli, i testimoni oculari che condivisero la vita di Gesù, dal suo battesimo fino all’ascensione. Simone e Giuda, venerati in un’unica festa, fanno parte del collegio apostolico, chiamati dallo stesso Gesù a seguirlo.

Simone fu soprannominato cananeo o zelota, due termini che esprimono lo stesso significato, cioè “zelante”. Secondo la tradizione del II secolo, riportata da Egisippo, sarebbe succeduto a san Giacomo il minore dal 62 al 107, data del suo martirio sotto Traiano, nel governo della comunità di Gerusalemme. Il suo martirio sarebbe avvenuto a Pella. Un’altra tradizione lo vede crocifisso in Abissinia; un’altra ancora crudelmente trapassato da una sega.

Giuda fu soprannominato Taddeo, per distinguerlo dall’altro Giuda; il suo appellativo significa “magnanimo”. La lettera di Giuda che troviamo nel Nuovo Testamento, non è ritenuta dagli studiosi del nostro apostolo. È invece proprio Giuda Taddeo che nel vangelo di Giovanni (14,22-23) rivolge domande a Gesù. Lo storico Niceforo Callisto riporta una tradizione secondo la quale Giuda evangelizzò la Palestina, la Siria e la Mesopotamia. Morì martire a Edessa. La Chiesa sira ne ricorda invece il martirio ad Arad, presso Beirut.

Vangelo secondo Giovanni  (14,19-26.)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Suona sempre strana, ma l’affermazione di Gesù: il mondo non mi vedrà ma voi invece sì, mi colpisce sempre tanto, sia per la sua assolutezza “non mi vedrà più” sia perché ai discepoli di ogni tempo è data una possibilità di verifica unica: lo vediamo oppure no?

Anzi la questione non è tanto il vederLo, o meno, ma la questione è vivere. E qui il giudizio sul mondo si fa davvero pesante: chi non lo vede non vive.

Vivere poi è questione legata all’ascolto della Parola.

Un’ulteriore provocazione ci viene  dal fatto che Gesù chiede che lo si ami, prima. Abbiamo visto, abbiamo creduto, ma amiamo chi ci è venuto incontro?

Scuola di Comunità

Giornata di inizio anno

21 settembre 2024

CHIAMATI cioè MANDATI,

l’inizio della MISSIONE

Testo

3. La presenza:

giudizio e cultura nuova

Siamo giunti a questo punto. Ora mi chiedo, e ti chiedo: cosa ci viene richiesto oggi? Quale nuovo passo credi sia necessario per il nostro percorso?

Alla fine dell’intervento di Camu c’è questa domanda. E credo sia nostro interesse non lasciarla cadere: che cosa ci è chiesto oggi? 

Coltivare la domanda sul domani è propria di due categorie di persone: quelli indecisi e quelli che amano. Senza domanda, e desiderio, su ciò che sarà rischiamo di essere come se non lo avessimo incontrato.

Buon  lunedì, donC