II° Domenica di QUARESIMA | 16 marzo 2025

In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi? », o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Vangelo secondo Giovanni (4,5-42.)

  1. Avvinci a te i cuori dei tuoi servi ”.
    Queste parole sono contenute nell’orazione che apre la Messa di oggi, e credo sia questa la preghiera più vera e seria che possiamo rivolgere oggi al Signore.

“Avvinci” è l’idea dell’essere stretti in un abbraccio e, di conseguenza, è l’idea della seduzione.
Non chiediamo a Dio di essere persuasi, di essere convinti, ma di essere sedotti. Davvero la fede è un amore reale, concreto.
Ma come avviene questa seduzione? Come il Signore Gesù avvince la nostra vita a sè?

2. “Gesù affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo

Ci aspettiamo sempre che l’incontro con Gesù sia come un fulmine a ciel sereno, un fatto che, sa subito, ci conquista e persuade, mentre qui incontriamo solo un uomo stanco che si siede al riparo dal sole e dal caldo.
Un uomo stanco e bisognoso perchè ha anche sete ma non ha un secchio per attingere l’acqua.

3. “Dammi da bere

Anche questa domanda è piuttosto strana e imprevista, ci si dovrebbe aspettare che chi ci vuole avvincere offra e non invece chieda, ma Gesù incontrando le persone fa sempre così: sfida a un passo. Chiede di seguirlo e chiedere da bere è un modo per formulare la medesima domanda.

4. “I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi

Gesù si mostra come un uomo stanco, bisognoso e pure solo. Che seduzione può attivare uno così? Come può accadere che la Samaritana, io, venga attratta?
Il prosieguo del brano ci indica cosa accade:

5. “Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno

Questa è la prima mossa con cui Gesù ci avvince: ci fa una promessa di pienezza, ci regala un respiro di pace dentro la continua fatica della vita. Cosa c’è di più desiderabile di una vita piena, di una vita “sazia”?

6. “L’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna

La seconda mossa con cui Gesù ci cinge nel suo abbraccio è renderci fecondi, anzi, eternamente fecondi.
L’acqua che zampilla da chi crede è la vera fonte della vita, così chi si è abbeverato diventa a sua volta fonte.

7. “Io non ho marito

Qui appaiono le condizioni con cui possiamo lasciare di essere avvinti da Gesù: la prima di esse è la sincerità del mettersi in gioco per ciò che si è. Cosa non facile eprchè sempre più viviamo dando di noi delle immagini.

8. “I nostri padri hanno adorato su questo monte

La seconda condizione per essere avvinti è quella di imparare a chiedere tutto ciò che davvero conta per vivere.
Uno che si “difende” nascondendosi, uno che che non si sente libero di chiedere di paragonarsi, non può lasciarsi avvincere dall’amore di Cristo.

9. “So che deve venire il Messia

Questa affermazione, l’attesa del cuore, è tutto ciò che urge per rimettere insieme due popoli e due tradizioni.
E’ tutto ciò che porta la Samaritana a riconoscere e amare Gesù.
A questa apertura corrisponde l’apertura di Gesù: “Sono io, che parlo con te“.


L’opera che trovate in apertura di post è di un Autore Ignoto, datata fine XVII-inizio XVIII secolo, si trova a palazzo Buonaccorsi a Macerata. Sembra rifarsi a un’opera di Annibale Carracci del 1610.

Sono rimasto colpito perché quest’opera è realizzata, come talvolta si usava, su una tavoletta di rame. Ma soprattutto mi ha colpito quel braccio destro di Cristo che indica alla Samaritana il luogo dove adorare mentre il sinistro sembra indicare sé stesso come Messia, il luogo della vira adorazione.


Commenti

Una risposta a “II° Domenica di QUARESIMA | 16 marzo 2025”

  1. La continua fatica della vita
    ..COME È VERO!. MI piace questo GESÙ stanco. Lo sento vicino alla mia stanchezza fisica nell’ accudire in tutto e per tutto la mia sorella novantunenne. Oggi non sono potuta andare a Messa ma GESÙ lo sentito vicino aiutando il no mio prossimo. Grazieeee. 🌈❤️

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