Per me esistono solo quelle parole; quando vado dal parrucchiere: non voglio perdere tempo a pettinarmi, quindi “li tagli corti da non dovermi pettinare per un pò”. Altrimenti per me andare dal parrucchiere non ha senso.
In questo mi sento un pò come la Samaritana del vangelo di ieri: anche lei voleva evitarsi per un pò la fatica di dover andare avanti e indietro per attingere l’acqua dal pozzo.
Se volete chiamatela pigrizia a me pare senso pratico.
Ieri sera mentre facevo silenzio e cercavo di pregare un pochino con calma mi sono messo a giocare con i miei capelli e ho notato che il parrucchiere, la dove sono più radi – è un eufemismo – invece che tenere la solita lunghezza li ha lasciati più lunghi, e non di poco, credo che lo scopo di questa mossa sia quello di cercare di camuffare il pezzetto di pelata.
Certamente un gesto di delicatezza da parte sua, solo che tra me e me dicevo che io non ho bisogno di nascondere nulla; altrimenti ci sono talmente tante cose del mio aspetto che andrebbero nascoste o cambiate che finirei, per praticità, a dover stare chiuso in casa.
Eppure quella attenzione è un gesto di affetto, di attenzione e anche di cura, dovrò ricordarmi di ringraziare, quell’uomo sa fare il suo lavoro.
dalla liturgia ambrosiana:
Lunedì della II° di QUARESIMA
In quel tempo.
Vangelo secondo Matteo 5,27-30
Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna».
Leggere questa pagina senza metterci di fianco l’esperienza della misericordia di Dio sarebbe come riconoscere la propria inevitabile condanna: saremmo una strana compagnia di monchi: chi senza un occhio, chi senza un arto, alcuni addirittura senza tutto, …
Però il messaggio è chiaro: non possiamo permetterci di venire a compromessi con il nostro mettere Gesù davanti a tutto come criterio, non possiamo, nemmeno per uno sguardo, allontanarci da Lui. il punto quindi non è tanto il tradimento ma la fedeltà a ciò che fa guardare tutto con uno sguardo più bello, grato e riconoscente di tutto come di uno strumento che riporta a Lui.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 11
Esperienza del segno
5. «Tu», segno suopremo
Se nell’impatto con l’uomo il mondo funziona come un segno, dobbiamo dire che il mondo «dimostra» qualcosa d’Altro, dimostra «Dio» come un segno dimostra ciò di cui è segno.
Dopo l’esempio dell’adolescente che “sente” di essere fatto per qualcosa di più di tutto ciò che lo circonda ecco questa incredibile affermazione: quel di più che ci manca, cui costantemente il nostro cuore anela è solo «Dio». Qui credo che compaia con le virgolette perché, al culmine della riflessione sul senso religioso, il fatto dell’esistenza di un Altro è esigito dalla ragione stessa, anche se non abbiamo ancora avuto modo di definire chi sia questo «Dio». Sarà compito del secondo passo del perCorso di don Giussani aiutarci a dare un nome a ciò che compare tra virgolette.
Buon lunedì,
donC
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