In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Vangelo secondo Giovanni (15,9-17.)
1. “Perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga “
Il capitolo 15 del vangelo di Giovanni è quello dove si parla della vite e dei tralci: tra noi e Gesù c’é, ci deve essere, un legame che genera vita, che dona vita in abbondanza.
Non c’è altro scopo nella vita in Cristo se non quello di portare frutto al mondo, e un frutto che rimanga, cioè che generi altri frutti. il tralcio c’è per offrire al mondo ciò che ha ricevuto.
Se non partiamo da questa conclusione non si riesce a intuire a cosa possa servire il legame con Cristo.
Altrimenti l’esito è che l’essere legati a Gesù sia solo per “scaldare” il cuore.
2. “Rimanete nel mio amore“
rimanere è l’idea del restare in un posto che non ti sei dato, che non ti sei costruito e che, soprattutto, non è tuo.
Rimanere nel Suo amore è smettere di muoversi, di agitarsi, è riconoscere che, se tutto è donato, la più grande attività umana è il semplice rimanere.
Ma quel “rimanete”, che pare tanto semplice ed evidente, è davvero l’impegno più grande che può essere chiesto all’uomo.
In un tempo dove pensiamo sempre a ciò che stiamo per fare, a ciò che sta per accadere, che ci sia chiesto di restare è un sacrificio che diviene desiderabile solo quando le cose sono fatte proprio per noi, quando ci si sente a casa. Quando stiamo bene non vogliamo andarcene, quando siamo accolti non abbiamo altro desiderio che rimanere.
Solo chi si scopre amato, ora, ha il desiderio di rimanere.
3. “Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore“
Rimanere non è altro che imparare a fare tutte le cose come le avrebbe fatte Lui, non è il semplice imitarlo.
Gesù vive i comandamenti guardando il Padre e noi non possiamo che replicare quel metodo.
Questo, tra l’altro, è tutto ciò che Gesù ci lascia come testamento, come comando. Gesù di sè ci lascia il vivere con amore per rimanere nell’amore.
Ecco allora il percorso dell’amore più vero: riceverlo, accoglierlo e donarlo.
4. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”
Si rimane, si vive di un rapporto, se ci si scopre scelti, preferiti. Gesù chiede che ci si accorga della storia che ci ha generati nel tempo, perchè ci si accorga che l’amore ha preso forma.
L’opera in apertura è di Antonio Canova, Compianto sul Cristo morto, 1821, Gypsoteca Canoviana, Passagno.
ho scelto di metterla in “copertina” perchè è bellissima l’idea della posizione delle due Marie: la Madonna che quel figlio lo ha ricevuto dal cielo ha lo sguardo riolto al cielo mentre la Maddalena che ne ha conosciuto solo l’umanità è ferma a guardare quell’uomo che ama; sarà il Risorto a farle alzare lo sguardo e a vedere oltre.
il senso e la ragione della scelta è legata proprio al verbo rimanere: se quello con Gesù è legame umano, un fascino che ci lega, allora non potremo vedere altro che il dolore, la morte e quindi la fine di tutto, se invece di quell’amore sappiamo vedere l’origine sapremo alzare lo sguardo e vivere della certezza che nulla sarà mai perso.
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