In questo fine settimana ci sono state, un pò ovunque celebrazioni: prime Comunioni, Battesimi, Matrimoni, … e anche la Messa di inizio del mandato di Leone XIV.
Se poi ci aggiungiamo che nella tradizione il mese di maggio è anche dedicato alla preghiera del Rosario, abbiamo il quadro di un tempo che nel suo stesso scorrere è richiamo alla “pratica” della fede.
Un amico, che aveva diversi appuntamenti di questo tipo in contemporanea, mi chiedeva ridendo: “ma per la Chiesa esiste solo il mese di maggio?”. Ed è pur vero che me lo diceva preoccupato per i continui pranzi tra parenti, che avrebbero messo alla prova la sua capacità di ingurgitare cibo, ma la domanda mi ha colpito.
Perchè tutto in questo mese?
La risposta pratica è semplice: tutto è costruito su un calendario che inizia a settembre e finisce con giugno, sul modello scolastico; e le celebrazioni diventano la conclusione del percorso che nei mesi precedenti si è svolto. Ma se vogliamo andare un pochino oltre la praticità mi piace pensare che questo moltiplicarsi di cose sia come la primavera: un esplodere di fioriture, anche diverse, ma che funziona da premessa ai frutti che verranno. il fiorire contemporaneo delle piante darà frutto a suo tempo.
Non possiamo non gioire pensando che ancora il Signore ci garantisce dei frutti; frutti che matureranno quando sarà il loro momento.
Noi non possiamo che guardare con gratitudine ciascuno di quei fiorellini!
dalla liturgia ambrosiana:
Lunedì della V settimana dopo PASQUA
In quel tempo.
Vangelo secondo Giovanni 8,21-30.
Di nuovo il Signore Gesù disse ai Giudei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
“Tu chi sei?”. Come sapere chi sia Gesù è un problema; ma ancora di più per noi il punto è come arrivare a porci la domanda, poi cercheremo le vie della risposta. In fondo credo che quei Giudei siano stati davvero fortunati: avevano davanti agli occhi Gesù tutti i giorni e quindi la domanda sul “chi sei” era per loro continua e rifioriva ad ogni istante; noi invece abbiamo la fatica di non conoscere allo stesso modo. il nostro vantaggio è che abbiamo già l’ipotesi della risposta da verificare.
Che cosa convince molti? Il fatto che Gesù non contraddica ma affermi il suo rapporto con il Padre: essere il modello del credente è ciò che quel giorno ha persuaso molti. Che cosa potrà persuadere, oggi, la nostra continua verifica della divinità di Cristo?
Leggiamo il testo del Regina Coeli
per cominciare a conoscere papa Leone XIV

Al termine di questa celebrazione, saluto e ringrazio tutti voi, romani e fedeli di tante parti del mondo, che avete voluto partecipare!
Esprimo in particolare la mia gratitudine alle Delegazioni ufficiali di numerosi Paesi, come pure ai Rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali e di altre Religioni.
Un caloroso saluto rivolgo alle migliaia di pellegrini convenuti da tutti i Continenti in occasione del Giubileo delle Confraternite. Carissimi, vi ringrazio perché mantenete vivo il grande patrimonio della pietà popolare!
Durante la Messa ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal Cielo ci accompagna. In questa dimensione di comunione dei santi ricordo che ieri a Chambéry, in Francia, è stato beatificato il sacerdote Camille Costa de Beauregard, vissuto tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, testimone di grande carità pastorale.
Nella gioia della fede e della comunione non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che soffrono a causa delle guerre. A Gaza i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame. Nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti. La martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura.
Perciò, mentre affidiamo a Maria il servizio del Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale, dalla “barca di Pietro” guardiamo a Lei, Stella del Mare, Madre del Buon Consiglio, come segno di speranza. Imploriamo dalla sua intercessione il dono della pace, il sostegno e il conforto per chi soffre, la grazia, per tutti noi, di essere testimoni del Signore Risorto.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 13
Educazione alla libertà
1. Educazione alla libertà come responsabilità
a) Innanzitutto l’educazione alla responsabilità implica una educazione alla attenzione; … non è automaticamente facile fare attenzione. … L’attenzione deve soprattutto dare conto della totalità dei fattori.
Potrebbe apparire come un salto logico questa sottolineatura di don Giussani, in realtà è davvero questa la prima condizione, il primo passo di chi vuole vivere una responsabilità: la coscienza delle cose, la percezione di ciò che c’è e di ciò che manca. Se volessimo semplificare ed essere sintetici dovremmo dire che dietro la parola attenzione ci sono le tre premesse con cui si è aperto il volume de “Il senso religioso”.
Buon lunedì,
donC
Lascia un commento