La seconda giornata si è aperta con la visita e la celebrazione della Messa al monte delle Beatitudini, e la foto di apertura vi mostra il bellissimo panorama che si poteva godere da lassù.
Immaginate cosa avrà suscitato nelle persone che erano lì con Gesù sentire quel cadenzato: “beati … beati … beati”; a me per reazione veniva da dire che la vera beatitudine è la compagnia di Gesù, i volti che me lo richiamano e la bellezza del creato che in quel posto pieno di sole esplodeva in mille colori e suoni.
Che la meraviglia del nostro essere stati scelti ci possa riportare continuamente davanti alla beatitudine per cui siamo fatti.

Qui siamo nella chiesa di Tabga, sotto l’altare si vede la pietra del luogo dove Gesù moltiplicò i cinque pani e i due pesci, il mosaico antico, del IV secolo, posto davanti all’altare ci ricorda questo miracolo.
La premessa a quella moltiplicazione è un giudizio: “Gesù vide che erano come pecore senza pastore”, è Gesù che si accorge della nostra solitudine e non noi, noi viviamo convinti che la questione dipenda da noi, dal nostro sì, mentre è ancora Lui che sceglie di farsi amico del nostro bisogno e ci sazia. Senza pastore seguiamo noi stessi, e il Pastore lo sa.
Tra Cafarnao, il lago di Tiberiade e le chiese di Tabga (del primato e della moltiplicazione dei pani), è stato evidente che tutto nasce nel cuore dell’uomo per la cura che Dio ha per noi. Mai ci saremmo immaginati di poter emergere dalla nostra melma senza quella mano che ci ha visto e si è tesa verso di noi.
dalla liturgia ambrosiana:
Mercoledì della V settimana dopo PASQUA
In quel tempo.
Vangelo secondo Giovanni 12,20-28.
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
Il punto non era vedere Gesù, quello credo fosse accessibile a tutti, il punto è che chi desiderava vederlo era gente pagana, impura per definizione, e quindi ai discepoli si poneva la questione: possono degli impuri stare al cospetto del Messia, di colui che si proclamato Figlio di Dio?
Questa richiesta risuona spesso anche oggi nelle nostre assemblee: può un “diverso”, e spiegate questa parola come volete voi, vivere l’amicizia con Gesù? Può amarLo chi non vive la pienezza della Comunione?
L’unica condizione che Gesù pone per l’amicizia e la conoscenza vera di Lui è nel concepire la vita come servizio, come dono per gli altri; servizio e dono che vengono dal non amare la propria vita in sè ma dalla ricerca della Grazia che ce l’ha donata.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 13
Educazione alla libertà
2. Educazione a un atteggiamento di domanda
Qual è l’atteggiamento giusto di fronte alla realtà? E’ la permanenza della posizione originale in cui la natura formula l’uomo. E tale atteggiamento originale, sigillo nativo impresso all’uomo dalla natura, è l’atteggiamento dell’attesa come domanda.
Attendere, lo dice anche l’etimo della parola, è un domandare. Come è bello riconoscere che educarsi alla responsabilità è educarsi a vivere nella domanda; siamo così bisognosi e poveri che il nostro Creatore ci ha fatti tesi al domandare, non abbiamo nemmeno bisogno di imparare a chiedere: siamo fatti così da sempre.
Chiedere sempre, chiedere tutto, è il segno più vero della vita umana. Nessun altro chiede con coscienza.
Buon mercoledì,
donC
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