Lunedì 2 giugno 2025

Oggi pubblico il grande ritardo sia perché ho dormito un pò più del solito sia perché poi non trovavo le chiavi della chiesa, per aprirla, sia perché mi sono detto che tanto oggi nessuno va al lavoro e quindi c’è tempo.
Quindi: si possono avere anche ottime ragioni nel fare le cose in un modo piuttosto che in un altro, ma il punto è che restiamo noi il criterio delle nostre decisioni.

In questa giornata invece dovremmo, forse, prender coscienza che la nostra società si regge su altri criteri che non sono il mero e semplice soggetto. In questa giornata di festa ciò che ricordiamo è che anche la nostra convivenza civile si regge su principi che portano sia diritti che doveri al cittadino.
E questo andrebbe ripreso in un tempo in cui sembra che solo chi è “religioso” possa e debba avere dei riferimenti esterni a sé.
Sarebbe bello che imparassimo sempre più il valore del bene comune.

Ieri sono stato a castel sant’Elia (Viterbo) per un matrimonio, un luogo con una basilica romanico-lombarda dedicata appunto a sant’Elia che è in un posto quasi inaccessibile ancora oggi, un luogo stupendo con affreschi di epoca bizantina che rendono la parete absidale una sorta di iconostasi.
Che cosa poteva spingere la gente di 1500 anni fa a desiderare di costruire una basilica in un luogo così impervio, a ridosso di un monte? Solo il desiderio del silenzio; e credo che allora le strade e le vite fossero molto più silenziose di oggi.
Troviamo oggi un momento di silenzio, un istante, dove prendere coscienza e consapevolezza di noi, del nostro cuore.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Si avvicinarono al Signore Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

Vangelo secondo Matteo 9,14-15.

La vita con Gesù è sempre una festa! Questo è quello che di più evidente possiamo cogliere da questo brano di vangelo.
Più seriamente possiamo dire che la cosa che risulta evidente è che le regole, anche quelle buone, hanno sempre da essere verificate con il fatto che ciò che conta nella vita non è che le cose ci vadano bene ma che abbiamo a paragonarle con la Sua presenza, come con la cosa che più conta e decide di tutte le altre: ad esempio come affrontare il dolore sapendo che lo Sposo è con noi? Come amare la persona della vita abbracciando la presenza di Gesù?
Risulta subito evidente a tutti che queste poche parole di Gesù sono davvero sufficienti per “crocifiggere” il nostro perbenismo e la nostra tranquillità.

I discepoli di Giovanni che non conoscono Gesù devono digiunare per cercare di meritare la vita piena mentre a noi è donata.



Al termine di questa Eucaristia, desidero rivolgere un caloroso saluto a tutti voi, partecipanti al Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani! Siete venuti da ogni parte del mondo, con delegazioni di centotrentuno Paesi.

Sono contento di accogliere tanti bambini, che ravvivano la nostra speranza! Saluto tutte le famiglie, piccole chiese domestiche, in cui il Vangelo è accolto e trasmesso. La famiglia – diceva San Giovanni Paolo II – ha origine dall’amore con cui il Creatore abbraccia il mondo creato (Lett. Gratissimam sane, 2). Che la fede, la speranza e la carità crescano sempre nelle nostre famiglie. Un saluto speciale ai nonni e agli anziani. Voi siete modello genuino di fede e ispirazione per le giovani generazioni. Grazie di essere venuti!

Estendo il mio saluto a tutti i pellegrini presenti, in particolare a quelli della Diocesi di Mondovì, in Piemonte.

Oggi in Italia e in diversi Paesi si celebra la solennità dell’Ascensione del Signore. È una festa molto bella, che ci fa guardare alla meta del nostro viaggio terreno. In questo orizzonte ricordo che ieri a Braniewo, in Polonia, sono state beatificate Cristofora Klomfass e quattordici consorelle della Congregazione di Santa Caterina Vergine e Martire, uccise nel 1945 dai soldati dell’Armata Rossa in territori dell’odierna Polonia. Nonostante il clima di odio e di terrore contro la fede cattolica, continuarono a servire gli ammalati e gli orfani. All’intercessione delle nuove Beate martiri affidiamo tutte le religiose che nel mondo si spendono generosamente per il Regno di Dio.

Ricordo anche l’odierna Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali e ringrazio gli operatori dei media che, curando la qualità etica dei messaggi, aiutano le famiglie nel loro compito educativo.

La Vergine Maria benedica le famiglie e le sostenga nelle loro difficoltà: penso specialmente a quelle che soffrono a causa della guerra in Medio Oriente, in Ucraina e in altre parti del mondo. La Madre di Dio ci aiuti a camminare insieme sulla via della pace.


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