III° dopo PENTECOSTE | 29 giugno 2025

In quel tempo. Apparve in sogno a Giuseppe un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Vangelo secondo Matteo (1,20b-24b.)


1. “Per l’opera giusto di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione
Che il tema della giustificazione sia quello della liturgia della Parola di oggi mi pare cosa evidente: Gesù viene e ci salva ma ha bisogno del nostro sì come la vicenda di Giuseppe racconta.
Cristo entra nel mondo per il nostro sì a servire il suo progetto. Ma non solo per questo: quando dici di sì spalanchi la porta perchè Gesù entri nella tua vita e tu possa così indicare al mondo intero un modo diverso di vivere.

il sì di Giuseppe permette a Gesù di salvare il suo popolo. Quindi è il nostro sì che salva il mondo!

2. “Tutto questo è avvenuto perchè si compisse ciò che era stato detto dal Signore
il richiamo è importante: Gesù non chiede una cosa inaspettata ma una che è già saputa, annunciata, e quindi attesa.
Gesù entra nel mondo usando il nostro sì, ma quel sì non è inventato, richiesto come se fosse una “prova” ma è il compiersi di una promessa che potrebbe essere vista come strana: “la vergine concepirà”; Gesù descrive una condizione naturale ma nello stesso tempo dice che la promessa è quella di compiere chi è, chi vive, con la coscienza della vita come attesa del compimento.
Potrebbe sembrare strana la promessa di Dio, che tutto si compia, che tutto cammini verso il proprio scopo, parrebbe cosa ovvia: ma il solo vero comimento di ogni vita è la coscienza che “Dio è con noi”.

E allora chi non desidera di fare spazio a Dio nella propria vita? Chi non desidera quel compimento?

Credo sia per questo che Giuseppe, destatosi, presa coscienza delle cose, “fece come gli aveva ordinato il Signore”.


Quello che vedete è Il sogno di san Giuseppe di Daniele Crespi, realizzato tra il 1620 e il 1630, ora visitabile presso il Museo di Storia dell’arte a Vienna


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