In quel tempo. Un tale chiese al Signore Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio».
Vangelo secondo Luca (13,23-29.)
1. “Sforzatevi di entrare per la porta stretta“
Ma come? Gesù, ricco di misericordia, che ci ama sino a donare la sua vita per noi, perché ci dice proprio queste parole?
Perché la salvezza non si ottiene se non si desidera davvero innanzitutto l’amicizia con Gesù, e chi desidera essere amico è disposto a mettere sè al secondo posto.
In fondo la salvezza cos’altro è se non l’amicizia con Gesù?
2. “Molti crederanno di entrare“
Si entra nel regno non perché si vuole entrare; il rapporto con Gesù è così determinante che non basta volere il paradiso, per andare in cielo occorre essere realmente in rapporto con Gesù.
Poi Dio è così misericordioso che a chi non lo conosce chiede solo di desiderare il Regno, come fa il buon ladrone. Lasciando così ad ogni uomo la possibilità del Paradiso.
Purtroppo per noi invece spesso la fede coincide con lo sforzo di salvarci, sforzo che invece fa Gesù per noi.
Questo vale anche per l’affermazione ripetuta due volte nel vangelo di oggi: “non so di dove siete“. Gesù sa bene chi siamo ma quello che ci rende discepoli è il da dove veniamo, qual è la nostra storia, la nostra appartenenza.
Ecco, credo che la porta stretta di questo vangelo sia quella della appartenenza: non un appartenere che ci scegliamo ma un dire sì a ciò che è dato.
3. “Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia”
L’ingiustizia è stare con Gesù perché ci sfama, perché ci guarisce, perché ci dice cose che nessun’altro dice.
La giustizia che Gesù si aspetta che viviamo è quella di chi, stando con lui, comincia a desiderare solo di stare alla Sua presenza.
In apertura di post ho messo la foto di papa Francesco che lo scorso dicembre ha aperto la porta santa per l’anno giubilare. Perché la porta che ci è chiesto di attraversare è stretta non per le dimensioni ma per ciò che essa chiede: un cambio di vita.
Nel contempo è una porta bellissima perché immette nella vita vera e senza tramonto.
Lascia un commento