In quel tempo. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Vangelo secondo Giovanni (19,30-35.)
1. “ Alleanza “
Vangelo strano quello di oggi, meglio inaspettato per questo tempo liturgico, senza un’apparente logica.
Questo credo sia, debba essere, per tutti noi la domanda con cui accostarci a queste parole del vangelo di Giovanni.
La base per dare un senso alla lettura di questo specifico brano la possiamo ricavare dalla parola “alleanza” che è tema portante delle prime due letture ascoltate.
Questo ci porta subito a dire che l’alleanza non è quella della Croce ma è contenuta nel “dare” il sangue e l’acqua, che sono la vita di Cristo che irrora la nostra vita e la terra intera.
Ma procediamo con ordine:
2. Cos’è l’alleanza?
L’Antico Testamento racconta svariate “vicende” di alleanza tra Dio e il suo popolo o i suoi patriarchi , quando però si giunge all’epoca dei profeti (dal X al Vi secolo) è possibile notare che quasi sempre quando si parla di alleanza si usa l’immagine nuziale; ossia il gesto che nasce dalla volontà di due contraenti che riconoscono uno nell’altra la via del compimento di quell’amore che provano.
Si tratta quindi di un patto di reciproco aiuto e compagnia perché ciascuno possa compiere sé.
Questo patto di alleanza potrebbe anche essere il termine sintetico per indicare cosa sia la Bibbia, come anche la storia di ciascuno di noi.
L’alleanza è un abbraccio che custodisce e genera reciprocamente vita.
3. ” ne uscì sangue e acqua “
Gesù è morto in croce, ha dato tutto per la salvezza degli uomini,che cosa aggiunge allora quel fianco che “butta” sangue e acqua?
La morte sulla croce ci lascia desiderosi di poter vivere di quell’amore ma anche coscienti della nostra incapacità nel cercare di rispondere a quell’amore donato.
Così sangue e acqua, simboli dell’Eucarestia e del Battesimo, divengono strumenti della Presenza che, sola, ci può rendere fedeli.
Crocifissione, sec IX, Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi.
La cosa che mi colpisce di questo antico manoscritto è il fatto che Gesù sulla croce guardi a Maria con una “vivezza” negli occhi che mi stupisce molto.
Non è il momento del “Donna ecco tuo figlio” in cui affida Maria a Giovanni e Giovanni a Maria, mi pare piuttosto lo sguardo di un figlio che sa perché muore e che per questo cerca di consolare una madre che non capisce e soffre.
Davanti alle fatiche e ai dolori del mondo essere segno di Cristo credo voglia dire per noi questo: guardare gli altri pieni della ragione per cui accadono le cose e mostrando una fiducia in Dio Padre che sola può dare nuova speranza.
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