Giovedì 31 luglio 2025

Con profonda gratitudine ringrazio coloro che hanno scritto e invito tutti a provare a raccontare cosa si scopre nella giornata a partire dalla lettura del vangelo.
Grazie!


dalla liturgia ambrosiana:


Iñigo (Ignazio) Lopez de Loyola nacque nel 1491, ormai all’autunno del medioevo e sulla soglia dell’epoca moderna, da nobile casato, ultimo di dodici fratelli. Fu educato in ambiente cavalleresco e di corte presso il palazzo di don Juan Velásquez de Cuéllar, nella vecchia Castiglia, e rimase avidamente appassionato di letture cavalleresche. Nella sua vivace giovinezza diede prova di notevoli virtù umane: valore, magnanimità, disinteresse, tatto diplomatico; fino a che nel 1521 cadde gravemente ferito a una gamba, nella difesa del castello di Pamplona, contro i francesi. Nella convalescenza, non disponendo di romanzi cavallereschi, si diede alla lettura di testi devoti (in particolare la Vita Christi di Lodolfo il Certosino e le leggende dei santi di Jacopo da Varazze. Tali letture provocarono in lui una vera e propria conversione a una vita di dedizione a Dio (1521); subito egli concepì il desiderio veemente di recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa, cominciando ad elaborare, in questo intenso periodo, la dottrina del discernimento degli spiriti.
Costretto a dilazionare il suo viaggio, nella permanenza di un anno (1522) a Manresa, elabora, a partire da un’intensa esperienza mistica, il percorso spirituale poi espresso negli “Esercizi”, testo di spiritualità il cui metodo, applicato in tutti gli ambiti della vita cristiana impegnata, ebbe enorme influsso sulla vita spirituale dei secoli successivi. Proprio in questo medesimo momento ebbe la prima intuizione di quella che diventerà la Compagnia di Gesù. Il 1523 fu l’anno del suo arrivo e permanenza in Terra Santa. Ritornato in patria volle intraprendere gli studi teologici, per i quali, dopo tentativi ostacolati in Spagna (Alacalà, Salamanca) si recò a Parigi, dove, insieme alla formazione teologica, trovò anche l’amicizia di coloro che sarebbero stati i primi membri della Compagnia di Gesù. Con essi il 15 agosto 1534, nella cappella di Montmartre pronunciò i voti religiosi. Nel 1537 fu ordinato prete, a Roma, e – dopo una intensa esperienza mistica vissuta a La Storta – coi suoi compagni si offrì al servizio del papa Paolo III. Nel 1540 il novello istituto di chierici regolari ricevette approvazione canonica e i compagni di Ignazio vengono subito inviati per il mondo in missioni pontificie. Ignazio invece rimane a Roma a predicare ai poveri, ai piccoli e ai grandi (soprattutto esponenti storici della controriforma cattolica furono tra i suoi “diretti” e al tempo stesso suoi protettori) e a fungere da anello di congiunzione tra i vari membri della Compagnia, cui si collega con un abbondante epistolario. Creò a Roma il Collegio Romano (futura Università Gregoriana), e il Collegio Germanico e redasse le Costituzioni della Compagnia di Gesù. Morì il 31 luglio 1556, in grande modestia, fedele al motto che aveva scelto: “ad maiorem Dei gloriam”.

In quel tempo. Mentre camminavano per la strada, un tale disse al Signore Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Vangelo secondo Luca 9, 57-62.

Cosa racconta a te, di te, questo brano del vangelo?


Commenti

5 risposte a “Giovedì 31 luglio 2025”

  1. Quel che qs vangelo dice a me di me è che è proprio vero.
    Lui vuole tutta me, tutto di me e io mi affido totalmente al Signore, o almeno ci provo tutte le mattine e tutte le.sere recitando il ti adoro mio dio.
    Mi conforta pensare anzi sapere che tutto quel che accadrà nella giornata sia Suo ma ancora di più mi conforta il pensiero che sia suo tutto cio che io sono stata nella giornata. Anche quando gli dico “ti seguo, ma aspetta un attimo che devo finire un lavoro devo vedere questo, devo, devo, devo…. fare altro

  2. Valeria

    Piu’ sto a quello che accade capisco che la vita e’ un cammino. E’ un cammino che devo seguire. E’ un cammino conveniente per me. A volte faticoso vorrei che le cose si realizzassero secondo i miei pensieri, vorrei tutto subito mentre le circostanze accadono quando e spesso non come le vorrei io. Ho capito, nella mia esperienza, che
    le circostanze sono il metodo di Dio per mostrarmi la mia strada e costruire la mia storia. Il mio compito e’ quello di sapere guardare, e seguirLo.
    Scoprire la bellezza della vita, riconoscere la gratitudine di essere stata presa in questa compagnia mi riempie il cuore. Mi fa desiderare di vivere tutto intensamente, ora le vacanze, domani i miei rapporti con i miei poveri, i rapporti con i miei amici etc..
    E a volte sento in me una pace e serenita’ inspiegabili tanto e’ che mi viene da domandarmi com’e’ possibile avere questa pace e contemporaneamente una ferita sempre aperta che sanguina per cio’ che mi e’ accaduto.
    Rivado con il pensiero alla risposta datami da Madre Canopi anni fa quando, sorprendendomi di questa pace in me mi era sorto il dubbio che stessi impazzendo. Lei con tanta fermezza mi aveva risposto: non stai impazzendo ma questo e’ segno di una Presenza.
    Allora ogni mattina io desidero cercare questa Presenza e stare con veri amici.

  3. Riccardo

    “Nessuno che mette mano all’araratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio.” Mi tocca molto questo passaggio del Vangelo di oggi, perché mi fa pensare a quando desidero nelle mie giornate dire Si a Gesù, ma poi scopro che se credo di dire di sì da solo è come voltarsi indietro, sensa seguire e resto solo. Grazie Donc, buona giornata!

  4. A me fa pensare ancora una volta alla liberta’, che con Gesù è chiamata ad essere vera, pura! Autentica.
    Non una libertà di comodo, ma un’esperienza profonda ( di liberazione ) e che comporta una Preferenza.

    Credo che si chiami amore ed è un modo per vedere le cose in modo limpido.

  5. Me lo chiedo ogni volta : io cosa risponderei ?
    “Va bene, ti seguo ma dammi almeno un minuto che mando un whatsapp ai miei amici per avvertirli …”
    Ci sarebbe sempre un “Sì, ma…”
    Per fortuna Lui conoscendo benissimo la mia miseria, non mi chiede niente di più di quello che sono disposta a dare ora ! Poi nel tempo mi fa crescere e spero che un giorno, il mio Sì sarà totale …
    La Sua pazienza e la Sua misericordia per me sono molto più grandi del mio misero tentativo di dire di Sì !

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