Giovedì 21 agosto 2025

Oggi è san Pio X!
Non so bene perché ma mi è sempre capitato in questi anni di vivere con particolare attenzione questo giorno, è una delle poche date che ricordo e questo mi stupisce sempre perchè in realtà questa data non è collegata a dei fatti accaduti nella mia vita. Eppure non c’è anno che non mi ricordi.
Sino a ieri pomeriggio non ci avevo pensato, poi mentre lavoravo a un’icona mi si è accesa la lampadina del ricordo …ed è sbucato dal nulla quell’omino bianco.

E’ colpa sua se oggi tanti fanno la Comunione ad ogni Messa, anche se magari qualcuno fa la Comunione perché è abituato a farla. Ed è ancora per colpa di quel sant’uomo che i bambini, che nemmeno capiscono chi ricevono, che possono accostarsi alla Comunione.
Può non piacere un Papa così ma la Chiesa cammina nella storia con passo certo non perché perfetta ma perché sempre alla ricerca del volto amato.
In fondo la Chiesa va avanti così, attraverso le “intuizioni” di uomini che sono mossi dalla volontà di un Altro. E questo è il solo modo per “tagliare corto e fare il cristianesimo”.
Forse non lo sapete ma i cristiani nel mondo continuano a crescere; e questo a dispetto di tutti i nostri ragionamenti su come dovrebbe essere la Chiesa e come dovrebbero vivere i cristiani.

Amici, gioite, è sorto un nuovo giorno, … e ci è stato affidato per la gloria di Cristo.


dalla liturgia ambrosiana:

Giuseppe Sarto nacque a Riese, nel Trevigiano, nel 1835 da famiglia contadina, secondo di 10 figli. Per interessamento di alcuni sacerdoti e del Patriarca di Venezia che conoscevano le sue doti, poté studiare al Collegio di Castelfranco, dove si recava percorrendo 8 km. di strada a piedi nudi, per non sciupare le scarpe. A 23 anni fu ordinato sacerdote, e nel 1884 divenne Vescovo di Mantova. Nove anni più tardi fu eletto Cardinale Patriarca di Venezia e nel 1903 fu costretto, nonostante le sue proteste di incapacità, ad accettare la elezione al papato. Dotato di grande prudenza, discrezione, amabilità e umiltà, per quanto avesse una concezione centralistica del governo della Chiesa, altro non si propose che di essere “il servo di tutti”.
Fu uomo di profonda preghiera e di vero amore per i poveri, oltre che eccezionale organizzatore della Chiesa al suo interno. Pio X si prodigò per dare al Clero non solo una formazione spirituale, ma anche teologica, liturgica, di diritto canonico e di economia sociale. Sotto il suo pontificato si operò la riforma liturgica del calendario, del Breviario e della liturgia in genere, favorendo la partecipazione più attiva di tutto il popolo alla Messa domenicale (centro e culmine della vita cristiana) e la comunione eucaristica più frequente anche ai bambini.
Conobbe Lorenzo Perosi, ne ammirò il talento musicale e affidò a lui la riforma della musica e del canto sacro liturgico. Promosse anche il rinnovamento della catechesi preparando un catechismo che porta ancora il suo nome e codificò il diritto canonico. Morì a Roma il 20 agosto 1914, nel dolore per la guerra che già sconvolgeva l’Europa.

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».

Vangelo secondo Luca 11, 37-44.

L’arrabbiatura di Gesù la capisco: il fariseo aveva invitato Gesù a pranzo perché voleva conoscere chi fosse e poi, invece di osservare per capire, si mette a decidere come deve essere, cosa deve fare Gesù.
Gesù non è arrabbiato con le regole, non è una sorta di adolescente che vuole fare quello che vuole; semplicemente Gesù ribadisce che se vuoi conoscere una cosa, o una persona, devi partire da quello che è; se subito la metti dentro una forma che hai in testa, allora quella persona e la sua proposta non la capirai mai.
E quanto spesso siamo identici a quel fariseo!

Ma come si impara a conoscere davvero? “Donando quello che c’è dentro” ci dice il testo di Luca, cioè la conoscenza è sempre e solo conoscenza di Colui che fa le cose, e perchè accada questa conoscenza dobbiamo avere la libertà di mettere tutto al secondo posto, è fondamentale: non possiamo dire sì a Cristo e continuare a seguire tutto ciò che ci piace.
Solo a chi dona tutto è concesso di conoscere e amare in modo più vero. Per questo anche nel rapporto uomo donna il desiderio di donarsi è la massima espressione dell’amore.



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