Mercoledì 27 agosto 2025

Oggi Meeting.
Non so quanto sia sensata, e quanto voluta, questa “toccata e fuga” a Rimini, anche perché nei prossimi giorni la mia auto avrà tutto l’agio del mondo per disfarmi la schiena. Così mi sono dovuto chiedere perché andarci.
Perchè ci vanno tutti.
E’ questa la risposta più sensata che mi sono dato; non ho cose da vedere in modo precipitoso, non potrò godermi la compagnia che si può godere stando lì qualche giorno, magari lavorando, eppure è utile che ci vada.
Il fatto che tutti gli amici siano passati, tanto o poco, per Rimini, mi rende necessario l’andarci. Voglio tornare a vedere che cosa c’è.

Facile cadere nel già saputo, nella tentazione del tornare perché da decenni ci si va. Tornarci quando costa fatica, e mette nella prospettiva dell’irragionevole, è un’altra cosa: servono delle ragioni che tengono davvero, delle ragioni mie.
E la prima ragione di questa corsa a Rimini dicevo è la coscienza che se tanti hanno detto di sì qualcosa, una convenienza, ci deve pur essere.

Secondo: le mostre, gli incontri, come gli spazi dello sport e della ristorazione sono frutto dell’esperienza di gente che ha scoperto che Gesù centra con la vita, con tutta la vita. E io questo ho bisogno di vederlo per crederlo ancora e ancora. Se non accade ora è come se fosse tutta una teoria.

Pensavo infine ai due matrimoni che celebrerò nei prossimi giorni: come poter dire che è “per sempre” se io non ne faccio esperienza? Se per me non sta accadendo ora, che cosa me ne faccio del fatto che anni fa l’ho visto?

Quando leggerete sarò in auto, chiedete per me che sia un “giretto” per incontrarLo.


dalla liturgia ambrosiana:

Dai Dialoghi e dalle Confessioni, oltre che da alcune Lettere e dal trattato De dono perseverantiae di sant’Agostino, e dalla Vita di Agostino scritta da Possidio, si può intravvedere la figura spirituale di questa donna che anche dai tratti del volto del figlio intuiamo esser stata donna di fede rocciosa e tenace, e madre di grande fortezza cristiana. Monica nacque a Tagaste nel 331, da famiglia cristiana; sposò Patrizio, uomo di temperamento buono ma acceso, non ancora cristiano.
Ad Agostino, il suo primogenito, diede subito un’educazione cristiana anche se – secondo la consuetudine del tempo – il battesimo era rimandato a età adulta. Nel 371, dopo aver ricevuto il battesimo, Patrizio morì lasciandola sola. Ella seguì con tenacia e sensibilità discretissima le vicende turbolente di Agostino (“figlio delle lacrime”), raggiungendolo in Italia dove egli si era furtivamente trasferito, e gli fu accanto a Milano fino alla sua conversione alla integrità della fede cristiana e al Battesimo.
Poté condividere con lui il felice periodo di ritiro a Cassiciaco ma ben presto, mentre insieme si apprestavano a far ritorno a Tagaste, le forze fisiche di Monica cedettero e al porto di partenza, Ostia, morì. Era l’estate dell’anno 387. Il suo corpo fu inizialmente sepolto a Ostia nella chiesa di sant’Aura, ma poi trasferito a Roma nella chiesa dedicata a sant’Agostino. Un’intensa vita di preghiera e di amore per le sante Scritture fanno di Monica una luminosa figura di donna e madre, la cui testimonianza di vita continua a parlare in ogni epoca della Chiesa.

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”».

Vangelo secondo Luca 7, 24b-27.

La domanda resta.
Che cosa siamo andati a vedere nella Chiesa?
Che cosa abbiamo visto in chi ci ha mostrato Gesù?
Cosa c’è di più grande nella Comunità Cristiana , di più vero, che negli altri rapporti umani non abbiamo?
A queste domande incalzanti di Gesù torna subito alla mente la frase della lettera di Pietro (1 Pt3,15): “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.“.
La questione oggi è davvero radicale: che cosa siamo andati a vedere?
I tipi come Giovanni Battista, i Santi e i testimoni, non ci sono solo per darci il “buon esempio”, ci sono, soprattutto, perché si possano risvegliare in noi il cuore, il desiderio di una vita piena, e la nostra volontà, la ragione che ci fa preferire quella strada.
Gesù oggi ci ricorda che le due cose devono andare insieme, il desiderio da solo non basta.


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