“La compagnia dell’A(g)nello!”. E’ stata la cosa che ho pensato e che mi ha colpito quando, dopo la Messa, ho alzato gli occhi alla immagine che ho messo qui sopra, affrescata nella parte interna del ciborio dell’abbazia di san Pietro a Civate. Quei “giusti”, perché con l’aureola, un pò uomini e un pò donne, assolutamente non identificabili, sono la “nube” dei santi che accompagna l’agnello ovunque vada.
Così è di quelli che nell’arco di quasi 10 secoli si sono stretti attorno a quell’altare per celebrare l’Eucarestia.
Così è stato nei giorni scorsi con i ragazzi del Poli: una convivenza di studio, molto semplice e intensa, passata fianco a fianco, quasi sempre in silenzio, ciascuno a studiare le proprie cose, con la bellissima immagine di un posto dove si è insieme perché ciascuno possa essere sé e dire il suo personalissimo sì.
Il tempo che incomincia o sarà il riaccadere dell’immagine che vedete riprodotta o saremo inutilmente soli nel tentativo di riuscire a compiere la vita.
dalla liturgia ambrosiana:
I° feria dopo l’EPIFANIA
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi».
Vangelo secondo Luca 12,34-44
Nei giorni scorsi siamo stati “circondati” da brani evangelici di gente che aspettava: prima Simeone, poi Anna, e ora i discepoli. Hanno Gesù presente e vivono guardando avanti, quasi come se la presenza di Gesù dovesse portare necessariamente all’esaltazione di quella sete che riempie la vita e non alla sua sazietà.
Nemmeno avere Cristo presente basta. Ci ha fatti per avere la pienezza e quindi averLo ora non basta se non è per sempre.
Restare nella vita con quella “sete” di pienezza addosso è la vera attesa che porta costantemente a cercarLo. E questo dona gusto vero all’istante presente.

Scuola di Comunità
Il Senso Religioso
Capitolo 10
Come si destano le domande ultime: itinerario del senso religioso
1. Lo stupore della “presenza”
Perciò il primissimo sentimento dell’uomo è quello d’essere di fronte a una realtà che non è sua, che c’è indipendentemente da lui e da cui lui dipende.
Spesso mi è capitato, e mi capita, di stare davanti alle cose come a disagio, come se, fino in fondo, quel particolare momento della realtà fosse fuori dal mio controllo; credo sia questo ciò che accade quando si è di fronte alle cose con la coscienza che ciò che hai davanti è fuori dalla misura della tua intelligenza. In questo caso la sola cosa che mi è utile è provare a cedere, ad abbracciare ciò che ho davanti, lasciandomi definire da qualcosa che non è dentro l’orizzonte ristretto dei miei pensieri.
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