Martedì 30 settembre 2025

Ma che dolore!
Se guardo a me devo riconoscere che non mi manca nulla, ho molto di più dello stretto necessario per vivere. Ma ieri sera mi ha molto colpito il constatare questa cosa: i nostri giovani sono impediti di vivere all’altezza del loro cuore.
Mi spiego.

Ieri sera ero a cena da una coppia sposata da qualche anno e parlando della loro vita mi dicono della impossibilità ad assecondare il desiderio di altri figli: i loro stipendi non consentono di poter realizzare questo desiderio.
La cosa mi ha colpito tanto: da una parte la bellezza di un amore che vorrebbe fiorire e compiersi sempre più, dall’altra una vita milanese che ha costi che dettano lo stile di vita. E quindi ero davvero addolorato: puoi avere il desiderio più bello ma resta il fatto che non lo puoi assecondare.

Tornando in auto a casa, a fine serata, riflettevo sul fatto che davvero nella vita non sei tu a decidere: in realtà sono tante le cose che non sono in mano tua, e spesso sono quelle più grandi.
Abbiamo bisogno di riscoprire che la nostra povertà, o non onnipotenza, è solo una nostalgia infinita di quel Bene che compie sempre.
Che forse dobbiamo imparare umilmente a chiedere.


dalla liturgia ambrosiana:

Girolamo, uno dei più grandi dottori della Chiesa indivisa, nacque a Stridone, in Dalmazia, da una nobile famiglia cristiana, fra il 345 e il 347. A Roma studiò i classici latini e a Treviri conobbe la vita ascetica dell’occidente, stringendo amicizia con Rufino e Cromazio di Aquileia.
Fu battezzato a 19 anni da papa Liberio. Si recò poi in Oriente per conoscere la tradizione monastica del deserto siriaco e fu ordinato presbitero ad Antiochia. Fondò a Roma, sull’Aventino, un cenobio dove donne dell’aristocrazia romana si esercitavano nell’ascesi e nello studio approfondito della Scrittura. Nel 384, dopo la morte di papa Damaso – del quale era stato segretario particolare e da cui ricevette l’incarico della revisione della traduzione latina della Bibbia, che darà origine alla Vulgata – Girolamo ripartì alla volta di Betlemme, dove si dedicò alla traduzione e al commento dei libri sacri.
Qui fondò un monastero maschile e uno femminile. Di carattere forte e irruente, provocò insieme consensi e polemiche con i suoi interventi accesi per fustigare vizi e ipocrisie. Nei suoi scritti, molti dei quali interessano la vita monastica, soprattutto nel suo Epistolario, Girolamo ha lasciato alla Chiesa un tesoro prezioso di insegnamenti sulla vita cristiana e sull’ascesi monastica. Morì a Betlemme nel 419, il 30 settembre. Gli antichi calendari d’Oriente e d’Occidente ricordano oggi Gregorio l’Illuminatore, apostolo degli armeni, nato il 260 ca. e morto attorno al 328.

In quel tempo. Gli scribi e i capi dei sacerdoti si misero a spiare il Signore Gesù e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto della loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.

Vangelo secondo Luca 20, 20-26.

Come fa Gesù a rendersi conto che la domanda che gli stanno facendo è falsa e ha per scopo solo quello di raccogliere elementi per accusarlo? Credo che Gesù abbia chiaro che la domanda che gli viene fatta non è per seguirlo, non nasce dal desiderio di stare con lui con più decisione ma solo per capire che cosa sia giusto fare. Quando ti muovi per non sbagliare non cerchi più, magari anche rischiando, il compimento della vita, ma solo la tranquillità della approvazione pubblica, che nessuno abbia da ridire.

Muoversi invece per il proprio compimento è spalancarsi ad ogni possibilità, è essere disposti ad accogliere ogni richiesta con il desiderio di poter vivere fino in fondo quello che si è visto e sentito.

D’altra parte la verità delle cose, dalle monete per la tassa in giù, è possibile solo se si ammette che le cose sono nate per uno scopo, che non ci sono a caso, ma per poter indicare la presenza viva di Dio.
Chiediamo, oggi, di saper riconoscere l’immagine e l’iscrizione delle cose e delle persone che ci circondano:


Cominciamo con oggi la ripresa delle parole dette alla giornata di inizio anno degli adulti di CL, dal martedì al venerdì lavoreremo su questo testo.

Con queste parole lo scorso 14 settembre ha esordito Davide Prosperi.
Le riporto perché mi hanno molto colpito: lo spettacolo dell’unità, di quelle undicimila persone nel palazzetto, non era il frutto di una convocazione ma di una attrazione di Gesù, che per quella attrazione ci mette insieme.
Ma cosa significa che Gesù ci attrae, come avviene, come è avvenuto? Partire da qui è partire dalla gratitudine.


Commenti

Una risposta a “Martedì 30 settembre 2025”

  1. “Che forse dobbiamo imparare umilmente a chiedere.”
    È proprio vero, ma il punto centrale è quel “umilmente”.
    Nella prova più dura che il Signore mi ha destinato io ho chiesto, chiesto disperatamente, prima con paura, poi con dolore, poi con rabbia, poi ancora con disperazione. Ma l’umiltà?
    Credo di aver capito che è possibile solo stando ai piedi della Croce, posizione che io pensavo di avere ma forse non è così perché non sono umile ed ho ancora paura che dirgli di sì mi possa mettere in una condizione che non saprei sostenere.
    Che il Signore abbia pietà del mio niente!

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