Mercoledì 29 ottobre 2025

“Datemi mille miliardi o me ne vado!”.
Evidentemente non l’ho detto io. E’ la richiesta di quello “strano” di Elon Musk alla sua azienda di auto. E la cosa buffa è che loro quei soldi finiranno per darglieli davvero, come se ci fosse solo lui a costruire ciascuna di quelle macchine.
Alla notizia credo che tutti abbiamo avuto un moto di ripulsa per un mondo dove accadono queste cose, dove un uomo può avanzare una pretesa di questo tipo mi pare di dover dire che io non sono più a casa mia. Se si potesse, sarebbe da andare fuori dal sistema solare e ricominciare tutto daccapo.
Ma qui siamo e qui restiamo.

Sapendo, e non voglio certo giustificare il “tipo”, che la sua impressionante e folle richiesta sa tanto di quella voglia di infinito che abbiamo tutti dentro di noi. Musk non si accontenta, vuole tutto.
Quindi in cosa siamo diversi? Lui chiede ciò che può avere, come tanti chiedono di arrivare a fine mese, o di avere qualcosa da mettere sotto i denti. In fondo la sua richiesta è carica di realismo.

La grande diversità è che io chiedo la felicità e la pienezza che so di non potermi dare e che è un dono del cielo, come ci dice la liturgia. Lui pensa di potersi dare la pienezza da solo, come un dio, mentre io la pienezza l’ho incontrata in un volto.

Se lo incontrassi potrei solo dirgli che quando avrà quei soldi gli mancheranno terribilmente gli spiccioli che ho in tasca io. Perchè mille miliardi non sono ancora l’infinto che il cuore brama.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Vangelo secondo Matteo 19, 9-12.

Oggi sono tanti che direbbero “non conviene sposarsi”, magari pensando alle fatiche e alle prove della vita. E, notatelo, in questo episodio del Vangelo sono i discepoli a dire questa cosa, non degli impenitenti donnaioli.
Ma perchè spaventa l’idea del “per sempre”? Perché, credo, si concepisce la fedeltà come una cosa che “si deve” mentre è solo nella freschezza dell’inizio, custodito e rinnovato, che resta affascinante per tutta la vita dire: ti dono tutto di me.

Avendo celebrato qualche centinaio di matrimoni mi ritrovo, sempre più spesso, a celebrare con la coscienza di essere testimone di un vero miracolo: due persone, magari nemmeno così credenti, hanno il potere di chiamare Cristo, di renderLo presente alla loro vita. E quel fatto, scelto e desiderato, diviene una stabilità, la roccia, su cui tutto poggia, anche quando parrebbe lontano e impossibile. Anche se si fosse in mondi diversi quella unità resta.


Abbiamo incontrato tutti un volto, un luogo, dove, era così evidente la corrispondenza e la convenienza, avremmo dato tutto sui due piedi. Appartenere è sempre desiderabile quando si percepisce il fascino di Gesù che chiama.
Se invece riduciamo l’appartenenza a un “si deve” allora è comprensibile il fastidio che la parola stessa genera nella vita. sono sempre più convinto che il termine “appartenere” sia desiderabile solo da innamorati.


Commenti

2 risposte a “Mercoledì 29 ottobre 2025”

  1. “Siate realisti, domandate l’impossibile”.

  2. MariaGraziaMinelli

    Grazie don C non ti conosco ma ti leggo tt I giorni e i mi confortano i tuoi pensieri,mi aprono alla Bellezza
    che non avvizzisce,e allora è un gran respiro, una letizia dentro il dolore.

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