Venerdì 31 ottobre 2025

Da qualche giorno, alla mattina alla radio, ma credo un pò ovunque, mi capita di sentir parlare di oggi, di questa giornata di Hallowen. I negozi sono pronti ormai da giorni, i negozianti sono preparati all’invasione dei ragazzi che gridano: “dolcetto o scherzetto!”.
Nei supermercati trovi decine di zucche arancioni con Scritto a chiare lettere: “non edibile”, serve solo per una notte.
Ma io non contesto una festa che ormai tutti, volenti o nolenti, celebrano; magari stando in casa, senza rispondere al suono del campanello o del citofono.

Se c’è da fare festa però ci vuole un motivo, un motivo vero.
Se poi devo andare in giro vestito da zombie, per “esorcizzare” il male nella vita, allora davvero vale la pena ricordare che c’è possibilità di non esserne toccati.

Davvero quella dei Santi e dei defunti è una festa: quella “della fine del male sulla riva del mare di Dio”; una festa di volti e di vite. Di cui essere grati, e per cui riempirsi di dolci.
In questi giorni i “coscienti” sono golosi!


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Vangelo secondo Matteo 10, 40-42.

Accogliere è sempre accogliere l’altro per ciò che è: segno di un Altro. Il profeta, il giusto, il piccolo, sono sempre segno di un rapporto, sono quello che sono in relazione ad altro, e questo conta davvero ci dice che un rapporto è vero quando rimanda ad altro. Fermarsi al segno e non arrivare a ciò che indica è vivere dei rapporti che sono ridotti per loro natura.
Proviamo a chiederci in questa giornata: a chi ci rivolgiamo quando guardiamo in faccia le persone, a quel volto o a ciò a cui rimanda?


Metterei in luce anche che l’”impastarsi” con una presenza è frutto sempre di un incontro che non è diretto, Gesù, ma con un aspetto della Sua presenza, un volto, un gesto, un fatto; aderire all’incontro così come ci accade ha la pretesa innata di prendere la vita e plasmarla. Come ci ricorda anche il calendario c’è un prima e un dopo Cristo.
Altrimenti tutto sarebbe inutile e opinabile.


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