I° domenica di AVVENTO | 16 novembre 2025

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta». Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine. [Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –, allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall’inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, Oppure “È là”, non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non credeteci. Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi.] Subito dopo la tribolazione di quei giorni, “il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte”. Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli».

Vangelo secondo Matteo ( 24,1-31. )

  1. Le preghiera che inizia questa liturgia, il nostro anno e il cammino d’avvento contiene due piccole frasi che mi paiono illuminanti per questo nuovo inizio:

Nel tuo unigenito ci hai fatto rinascere creature nuove
Questo è quello che accade ad ogni uomo che ha incontrato Gesù nel Battesimo.
Senza l’incontro con Gesù non ci può essere attesa e questo conta perché ci fa dire che solo chi pone la propria consistenza nella coscienza di essere di Cristo, nella coscienza di appartenergli, nasce l’attesa di incontrarlo nuovamente.
Solo chi vive nella coscienza dell’incontro con Cristo come del bene della vita rinasce continuamente come creatura nuova.
I° impegno: coltiviamo silenzio e preghiera come strumenti per fare memoria di quello che ci ha “preso”, del come ci ha “preso”, per poter vedere rinascere continuamente in noi la passione per la vita.

noi che attendiamo il tuo Figlio
Pare di essere di fronte a una contraddizione: lo abbiamo incontrato e lo attendiamo, come è possibile?
L’attesa non è un’aggiunta alla vita, l’attesa è continuamente generata dall’incontro: più stai con Cristo più hai voglia di starci, come si fa con i rapporti più veri e concreti: l’attesa che tutto riaccada da forma alla vita e si pone davanti al mondo.
II° impegno: Attendere racconta di una tensione che diviene stile di essenzialità e principio di carità: dove la parola carità, prima di essere un gesto concreto, significa amore, uno sguardo diverso a tutti quelli che incontriamo. E’ carità imparare a guardare gli altri desiderando che incontrino Gesù.

2. ” Viene e si manifesta
Due passi, uniti e diversi.
Viene, è l’idea di una luce nel buio del riaccadere di una promessa. Dire che Cristo viene è porre una certezza sulla vita, una vita che a volte pare solo in balia degli avvenimenti. Direi che Dio viene a dirci che la storia ha un destino positivo.
Come non dirci che allora le luminarie di questo tempo hanno una ragione, anche se ai più sconosciuta?
III° impegno: Ma se Dio viene, cosa illumina la mia vita?

Si manifesta: la speranza non è astratta, la luce, quando c’è si vede. Che Dio venga nella vita degli uomini potrebbe anche restare nascosto, come si racconta in tante religioni passate, ma in Cristo Dio di manifesta, si fa incontrare.
E questo rende oggettivo, cioè per tutti, cioè cattolico, questo venire di Dio: se si manifesta tutti possono vederlo e accoglierlo.
IV° impegno: Perchè non farci portatori di speranza, di luce?
Basterebbe mostrare la luce che illumina noi.


Crocifisso di san Damiano (part.),1100 Circa, Chiesa di Santa Chiara, Assisi.

La ragione del volto di Cristo trionfante è data dalla sottolineatura di questo inizio avvento: Cristo si manifesta. E la manifestazione di Cristo, per chi la scopre nella propria vita, è sempre una vittoria.


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