C’è una giornata dedicata al pangolino!
Spero sappiate che tipo di animale è. Dato che le sue carni, come anche le scaglie della sua corazza, sono ritenute pregiate è costantemente cacciato. E così il povero animale sta decidendo di estinguersi. Tra poco della carne di pangolino resterà solo il gustoso ricordo.
Perché ve ne parlo? Perché da sempre vedo la miseria umana e non vedo la prospettiva immediata dell’estinzione per l’uomo. Perché il pangolino sì e l’uomo no? Con l’aggravante che all’animale non passa nemmeno per l’anticamera del cervello di farsi male da solo, come del resto fanno gli umani. Perché il nostro male non ci estingue?
Seguitemi. A parte qualche lodevole e sana eccezione mi dicono che il recente festival della canzone italiana abbia cantato l’amore, come da sempre accade, in tutte le sue forme; ecco perché l’uomo non si estingue pur facendo un sacco di male a sé, e al creato: c’è un punto che ci ricrea continuamente e che ci fa ripartire sempre. Il desiderio del bene, la capacità di amare, sono ciò che permette all’uomo di ricominciare e ripartire.
In fondo il pangolino vive, noi invece abbiamo coscienza di un destino buono per la nostra vita. Dobbiamo solo ricordarcene; per non estinguerci.
dalla liturgia ambrosiana:
Lunedì della VI° domenica dopo l’EPIFANIA
In quel tempo.
Vangelo secondo Marco 8,31-33.
Il Signore Gesù cominciò a insegnare ai discepoli che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Dopo una prima parte del vangelo dove la tensione era quella a “mostrare” chi fosse Gesù iniziamo ora la seconda parte del vangelo di Marco dove la preoccupazione principale è quella di mostrarci che Gesù è il Figlio di Dio, il Messia, non tanto e non solo per le parole e i miracoli ma per la Passione. Ecco quindi che Gesù in queste righe indica il punto cui guardare.
E qui o si guarda il bisogno di sapere chi sia davvero Gesù per la nostra vita oppure si finisce con il reagire istintivamente come Pietro, che ama Gesù, ma non vuole perdere quell’amico, guardando solo a sé.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 11
Esperienza del segno
3. Negazione irrazionale
Di fronte a una indicazione stradale, a un bivio, pretendere di arrestare il senso della cosa all’esistenza del palo e della freccia sul cartello, negando l’esistenza di altro cui essi si riferiscano, non sarebbe razionale. … Non sarebbe umanamente adeguato partecipare a quel fenomeno esaurendone l’esperienza al suo aspetto immediato.
Quando, nella realtà, una cosa diviene segno acquista un valore ancora più grande di quello dato dalla semplice esistenza: che un uomo sia cristiano, non rende l’uomo migliore degli altri ma gli dona la possibilità di essere segno di Gesù, una cosa molto più grande dell’affermare l’esistenza in sé.
Così è del nostro continuo misurarci e paragonarci con gli altri: se tu sei segno di altro allora la tua forma, il tuo aspetto, il tuo carattere sono comunque preziosi perché rimandano alla ragione del tuo essere. E questo fa liberi dal pensiero comune che tende ad accorpare e delimitare dentro degli schemi l’essere delle persone.
Buon lunedì,
donC
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