Ieri, come intermezzo dei miei vari incontri, ascoltavo le variazioni di Goldberg di Bach, una strana opera, composta tra il 1741 e il 1745; si tratta di un brano musicale, un brano costruito su alcune note e strutturato come un momento riflessivo e introspettivo , dove l’azione si ferma e si apre la contemplazione. Ebbene Bach su commissione del signor Goldberg “confezionò” per lui un’aria con trenta variazioni. Un lavoro che definirei di “ingegneria musicale”; un lavoro davvero bello.
Ma come può un uomo, anche se un genio, concepire tanta bellezza capace di parlare a tutti gli uomini? Come è possibile che la sola mente umana possa, dalle stesse note, trarre tanta espressività da essere compresa da chiunque?
Con il trascorrere degli anni mi sono profondamente convinto di una cosa: “dentro” tutti gli uomini sono uguali, tutti hanno lo stesso bisogno e grido. Chi lo sa esternare e rendere è riconosciuto perché mostra ciò che è comune.
Così l’invidia nasce dal segreto pensiero che anche noi avremmo potuto fare od essere come l’altro, perché l’altro racconta ciò che vorremmo saper raccontare anche noi.
Insomma, Bach è ciascuno di noi quando, almeno per un istante, riusciamo a guardare dentro il nostro cuore: l’abisso di struggimento e amore che vediamo aprirsi davanti a noi è lo stesso che ha generato le note che potete ascoltare e che possono accompagnare questa giornata che inizia.
Che sfida e che promessa una giornata che inizia così!
dalla liturgia ambrosiana:
Venerdì della VI° domenica dopo l’EPIFANIA
In quel tempo.
Vangelo secondo Marco 9,42-50.
Il Signore Gesù disse: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Basta una risposta data senza pensarci o una parola fuori luogo, o un gesto fatto di fretta che qualcuno finisce con lo scandalizzarsi. Se fosse solo questa la questione non vivremmo più, saremmo tutti divorati dal problema di essere sempre corretti e formali. Il punto è che il testo mette in evidenza che quelli che si scandalizzano non sono gli uomini tutti ma sono i piccoli. Come si scandalizza un piccolo? Credo negando o mettendo in discussione o deridendo quello che per quel “piccolo” è centro e custodia.
Questo mi pare sia rilevante soprattutto se associamo a questa prima osservazione una seconda: liberarci di ciò che crea scandalo. Se ci sono aspetti della vita che creano fatica occorre avere la libertà di riconoscerlo e anche di “staccarsi” da questi impedimenti. Che responsabilità concepire anche il nostro peccato o limite come un ostacolo alla vita della Chiesa!

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 11
Esperienza del segno
4. Carattere esigenziale della vita.
a) La prima categoria è l’esigenza della verità: cioè, semplicemente l’esigenza del significato delle cose, dell’esistenza. … Perché la verità della macchina è il suo significato, vale a dire appunto la risposta a quella domanda: «qual è la sua funzione?».
La vita che viviamo oggi ci sta inducendo a credere che il significato delle cose non è nella loro funzione ma nella loro esistenza. “Se una macchina c’è afferma la sua esistenza”. Questo genera la posizione relativista.
Occorre quindi che gli uomini si auto censurino per non stare davanti alla macchina cercando “dentro e oltre” essa il suo significato. Non domandare la funzione delle cose è piuttosto proprio del bambino o, forse meglio, dell’animale, per loro le cose ci sono e tu ne puoi fare ciò che credi.
Buon venerdì,
donC
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