Ieri con un gruppo di universitari siamo stati all’abbazia di san Pietro al monte, sopra Civate. Due piccole cose, tra le molte grandi e miracolose: all’arrivo, proprio davanti all’ingresso della chiesa c’era un tavolo con te, caffè e biscotti, il tutto preparato e offerto a noi, perfetti sconosciuti.
In tempi dove spesso si parla di sinodalità e comunione quel gesto mi è parso immenso, come se da lì venisse tutto il bene che è la Chiesa: un posto dove sei atteso solo perché ci arrivi. Con l’idea che il solo modo per edificare, la Chiesa, la società e anche me stesso, è l’evangelico “dare”.
Mi sono chiesto quando io sono così gratuito.
Poi scendendo, con non poca fatica e dopo avere fatto un sentiero alternativo, più lungo ma meno ripido, ho incrociato di nuovo i ragazzi che erano partiti dopo di me e grazie a uno di loro ho saputo quale fosse il nome di un fiorellino che mi aveva proprio colpito, non l’avevo mai visto. Solo che sapere il nome, per di più quello scientifico, in latino, non mi ha detto nulla; così ho scordato il nome e trattenuto la bellezza.
Ció che abbiamo incontrato, quella bellezza vista, magari non ha nome, ma ha riempito occhi e cuore.
dalla liturgia ambrosiana:
Lunedì della penultima domenica dopo l’EPIFANIA
In quel tempo.
Vangelo secondo Marco 10,35-45.
Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Ma che male c’è? C’era chi chiedeva una guarigione, chi una parola di conforto, chi poneva una questione dottrinale, perché allora era sbagliato chiedere di stargli vicino come nessun altro? In fondo Giacomo e Giovanni chiedevano ciò che avevano nel cuore.
Tanto è vero che Gesù non si scandalizza ma semplicemente dice che è un Altro che decide queste cose; e anche qui sarebbe interessante riflettere sul fatto che è il Padre a scegliere chi sta con Gesù, come a sottolineare che la giustizia non è ciò che si ritiene giusto ma ciò che il Padre vuole per noi; la giustizia non è certo questione di maggioranza.
Poi ci sono gli altri che si indignano, perché temono di non essere preferiti allo stesso modo. Ma anche qui Gesù inserisce un criterio diverso: chi serve è preferito, e questo perché chi serve ha riconosciuto che il bene della sua vita è servire l’incontro fatto.
Ma noi serviamo qualcuno?

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 11
Esperienza del segno
4. Carattere esigenziale della vita.
Questa domanda ricerca il nesso tra tutti quegli ingranaggi che la compongono (la macchina) e la totalità del meccanismo, cioè il suo scopo, la parte che la macchina ha nella totalità del reale. In questo senso quanto più l’uomo dettaglia seriamente la composizione delle cose, tanto più si esaspera nella domanda di quale ne sia il significato.
Il brano di oggi, che prosegue quello di venerdì, è interessante: ci insegna che occorre imparare a tenere insieme, per la conoscenza, i singoli ingranaggi e la totalità delle cose che gli ingranaggi compongono. Oggi entriamo sempre più nello specifico delle cose ma facciamo fatica a guardare l’insieme, così ci accade di sapere tutti i particolari di una cosa ma di non essere interessati a capirne il senso, il nesso con la realtà.
Aiutiamoci a guardare dentro le cose, nel loro essere e nel loro scopo, ne avremo aiuto per vivere la nostra vita.
Ricordiamoci la preghiera per il Papa,
buon lunedì.
donC
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