Oggi, nella liturgia ambrosiana sono due le celebrazioni, una legata alla processione delle palme e l’altra senza la processione; ciascuno ritenga per sé ciò che può essere più utile.
Buon inizio della settimana autentica!
O settimana santa se siete di rito romano.
donC
Messa del giorno
In quel tempo. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo. Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Vangelo secondo Giovanni (11,55-12,11.)
1. “Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori” (Is 53,10)
Vorrei che fosse questa la prospettiva, dura, da cui entrare nella settimana santa.
Perchè al Padre è “piaciuto” prostrare Gesù suo Figlio? Cosa ci può essere di bello nel veder morire un figlio?
Un padre per il figlio darebbe tutto, come può quindi accettare di vedere l’uccisione del figlio?
Solo se uno ha una ragione più grande del figlio, solo se c’è un amore più grande si può “cedere” il bene che è un figlio.
Credo che in questo senso si debba leggere quel “piacere”, è un verbo positivo: prostrare il figlio per un amore ancora più grande.
Un amore ancora più grande dell’amore a sè. Il padre ama così tanto gli uomini da venir meno al suo stesso essere padre.
2. “Cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: “che ve ne pare? Non verrà alla festa?“
Per fare la Pasqua occorre Gesù.
Potrebbe sembrare banale ma non lo è affatto. Spesso infatti celebriamo la Pasqua di un Gesù che non ha volto ; celebriamo l’idea ma senza un volto.
D’altra parte il tempio stesso senza Gesù non basta, non basta ai “Giudei e ai molti” un luogo che sia segno di uno che non c’è.
Ma cosa significa che Gesù deve avere un volto? Che in questi giorni deve prevalere non il nostro sguardo ma la conoscenza e l’amore per Cristo. Questo dona un volto alla nostra presenza.
3. “Perchè potessero arrestarlo“
Arrestare Gesù è il primo passo che si compie poi nel rifiuto. E’ la premessa del gridare “crocifiggilo!”.
Quando l’uomo vuole “arrestare”, fermare, qualcuno, allora diviene evidente una libertà già determinata al male. Ma questo rende evidente anche che se non si lascia “fluire” si “arresta”.
4. “Lasciala fare, perchè lo conservi per ilgiorno della mia sepoltura“
Due osservazioni, come premessa: di quei trecento grammi di profumo non tutto era finito sui piedi di Gesù, ne era rimasta una certa quantità, che magari Maria voleva tenere per sé, ma che invece Gesù decide andrà usata per lui; secondo: per Gesù il gesto di Maria era identico sia che fosse vivo sia che fosse morto.
Entrambe le osservazioni indicano un solo punto: vita e morte stanno insieme, ogni parola e gesto di Gesù sono racchiusi nel Mistero della Pasquan e la Pasqua è il senso ultimo della vita di Cristo.
Sarà banale ma solo se la vita è una allora Cristo centra, altrimenti è Signore solo di alcuni momenti.
5. “I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me“.
L’ultimo passo che facciamo per introdurci nella Settimana Autentica è anch’esso un punto di metodo: guardare Gesù è il solo modo per abbracciare la vita senza possederla; non sarà l’uomo, per quanto si sforzi, a salvare l’uomo ma sarà sempre e solo la conseguenza vera del guardare Gesù.
Messa unita alla processione delle palme
In quel tempo. La grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!». Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: «Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina». I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.
Vangelo secondo Giovanni (12,12-16.)
Voglio provare a guardare alle celebrazioni di questi giorni non come a episodi a sè stanti ma come a facce della stessa medaglia.
Mi piacerebbe che guardassimo a Gesù per come vive la Sua Pasqua.
1. “La grande folla … uscì incontro a lui gridando “
Questa scena, riflettendoci nei giorni scorsi, ne evoca in me un’altra molto simile: quando la sposa arriva in chiesa per il matrimonio, con il suo abito bianco e tutta sorridente, tutti le fanno foto, sorrisi e le battono le mani in segno di saluto e di gioiosa partecipazione, talvolta qualcuno inizia con le grida tipo: “viva la sposa!”.
Credo che con Gesù sia andata proprio così.
La gente gioisce ed acclama perchè vede Gesù come la sposa che va a compiersi. Se così fosse allora Gesù, come sposa nel giorno del matrimonio, dovrebbe avviarsi al gesto del suo compimento carico di desiderio e anche di apprensione; apprensione giustificata dalla consapevolezza di ciò che sta per essere messo in gioco.
La gioia del popolo è naturale solo per una ragione simile, altrimenti mi è proprio impossibile darne una ragione plausibile.
2. “Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore, …“
Gesù, per quel popolo di festanti è il re di Israele; così agli sposi nel matrimonio si augura di tutto, tutte le cose più belle e grandi .
E cosa dire a colui che ha svelato agli uomini la grandezza dei loro cuori se non che è il più grande degli uomini?
Ma noi allora cosa grideremmo a Gesù? Sempre se avessimo il coraggio di gridare.
3. “Gesù, trovato un asinello vi montò sopra“
E’ Gesù stesso che si trova il “mezzo” per entrare nelle vite degli uomini; questo ci racconta che davvero Cristo vuole arrivare sin dentro la nostra vita, fin dentro il nostro cuore.
Se è lui che trova nella nostra vita il suo asinello, allora è chiaro e certo che la sola cosa che ci compete è lasciare che lui entri.
E questo va chiesto.
4. “I suoi discepoli al momento non compresero queste cose“
Credo sia importante: forse non tutto ci è chiaro, forse non tutto ci persuade (perché ci facciamo persuadere solo da ciò che capiamo) ma quello che conta è esserci, è lasciare che i nostri occhi vedano quello che accade : poi capiremo.
Così accadde ai discepoli.
L’immagine di apertura è un’opera di Antonio Campi, questo “ingresso di Gesù a Gerusalemme” (ne vedete solo un particolare), è datato 1582-84, si trova nella Cattedrale di Santa Maria dell’Assunta a Cremona,
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