Giovedì 14 agosto 2025

“Gustate e vedete come è buono il Signor!”
Sono le parole di un canto liturgico vecchio almeno quanto me; quando ero piccolo non sapevo le parole e quello che avevo capito era assonante ma sbagliato, però rappresentava bene i miei carismi da adulto, cantavo così: “gustate e bevete come è buono il Signor!” E per me andava bene perché il Signore Gesù nella Messa, mi ero spiegato, si mangia e si beve.
Poi, con il tempo, mi sono reso conto che le parole che cantavo erano sbagliate.
Credo che questo sia uno dei primi segni che cominciavo ad aderire a una storia non fatta da me. Poi, man mano che questa storia si è fatta mia, ho smesso sempre più di chiedere le ragioni delle cose e ho cominciato a ritenere che si proceda sempre per evidenze.
Lo racconto perché ieri ho avuto tanto in mente un incontro che ho fatto nell’ultima sera della vacanza con gli universitari: me ne stavo andando in camera quando una ragazza mi ha chiesto di potermi fare una domanda, una ragazza che era lì per la prima volta e che, mi ha detto, non era molto pratica di “cose di chiesa”. La sua domanda era semplice e diretta: “Cosa vuol dire che Gesù è morto per noi? La liturgia lo dice spesso ma non capisco se è morto solo per quelli che sono lì, per quelli che ascoltano, o se è per noi uomini, per tutti”.

Ne è venuto fuori un bellissimo incontro, di cui io sono grato come di un regalo prezioso.
Ieri ho chiesto tanto la curiosità di capire e quindi la libertà di chiedere.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo. Il Signore Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio».

Vangelo secondo Luca 11, 14-20.

Che paura questo Gesù che compie anche quello che ci pare impossibile! Essendo noi la misura del nostro vivere è davvero impressionante che ci possa essere qualcuno che compie anche ciò che a noi pare impossibile e senza speranza.
Le “folle”, noi, si impauriscono di ciò che non sanno spiegare; e Gesù è davvero uno di cui non si può dare conto, è diverso da tutto e da tutti, quella imprevedibilità è un problema. E lo è ancora per noi, quando compie cose che non vogliamo o che non ci aspettiamo.
Il gesto del credere presuppone sempre che ci sia la consapevolezza che il bene della vita non lo decidiamo noi. Senza avere coscienza ora della vita come opera di un Altro rischiamo sempre di finire con il metterci al centro e pretendere che le cose siano “secondo noi”.
Quell’indemoniato andava lasciato perdere, per la tranquillità di tutti.

Questo episodio è legato ai brani dei giorni scorsi che avevano per tema il chiedere sempre; qui Gesù ci mostra che chiedere sempre non è chiedere talvolta ma davvero sempre. Andare anche contro ciò che pare evidente è una posizione da uomo semplice che si fida di Cristo. E per questo chiede tutto.
Per noi è così? Quali sono le cose per cui nemmeno osiamo chiedere? Quali sono gli indemoniati che crediamo sia meglio restino tali?


Commenti

Una risposta a “Giovedì 14 agosto 2025”

  1. Io ho chiesto chiesto, anche l”impossibile; dapprima come una preghierache “urlava: il mio bisogno, poi dentro ad un dolore inesprimibile, senza ottenere nulla. Ma sicuramente il mio errore più grande e non essermi affidata davvero e totalmente all’Unico che puoi tutto e troppo presto ho ascoltato la “folla” che mi ripeteva che era inutile chiedere.
    Che Dio abbia pietà del mio niente!

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