Ieri ho avuto in mente per tutta la giornata una questione, semplice e grande: il sì, personale e impetuoso di don Giussani, e il sì prima incerto e poi viscerale di santa Teresa, hanno generato un popolo.
Don Giussani ha lasciato decine di migliaia di figli e santa Teresa ha lasciato, sparsi in trentadue monasteri da lei fondati, migliaia di persone che la chiamavano madre.
Pensate che portata, che impatto, può avere sul mondo il fatto di dare davvero tutto per Gesù. Da un semplice gesto di abbandono e di fede nasce la storia della Chiesa, la storia di migliaia e migliaia di anime.
Come non desiderare, e chiedere, la stessa scelta? ieri per me, per questo motivo, è stata una giornata struggente.
D’altra parte, ripensando al giovane ricco del vangelo, debbo con dolore riconoscere che è quella la mia posizione normale nella vita di fede: di fronte a qualche piccolo istante di adesione vera a Gesù ci sono infiniti momenti della giornata in cui trattengo e conservo qualcosa per me.
Il punto vero, e finale, della mia riflessione è però il dover tornare a constatare che il fascino e il dolore del mio ritrarmi sono frutti che fioriscono in me, nel mio cuore, ma che sono prodotti per un dono che non mi faccio io.
Come è grande la misericordia di Dio che viene a cercarmi con ogni strumento: anche con un compleanno o una memoria liturgica!
dalla liturgia ambrosiana:
Giovedì della VII° settimana dopo il martirio del Precursore
Memoria del Beato Contardo Ferrini
Contardo nacque a Milano il 4 aprile 1859 da Rinaldo e Luigia Buccellati. Crebbe nell’atmosfera tipica delle famiglie agiate appartenenti al cattolicesimo colto del secondo ottocento. Molto influente sulla vita del giovane Ferrini fu la guida del prevosto di san Fedele A. Catena e del prefetto dell’Ambrosiana A. M. Cerini. Studiò giurisprudenza a Pavia, impegnandosi con eccezionale tenacia nella storia del diritto romano. La tesi di laurea stupì la commissione giudicatrice per la rara maturità che dimostrava e le valse l’assegnazione di una borsa di studio all’università di Berlino. È qui che Contardo Ferrini si impegnò solennemente davanti a Dio con il voto di castità.
Nel 1893 di ritorno dalla Germania si affermò subito come studioso e docente di diritto romano insegnando nelle università di Pavia, Messina e Modena. In campo scientifico, importantissimi e ancora oggi molto conosciuti sono i suoi scritti sul diritto penale romano. Attento anche ai problemi socio-politici, svolse attività di consigliere comunale negli anni 1895-99, esercitando la funzione mediatrice ed equilibratrice propria di un cattolico autentico. Terziario francescano, pieno di giovialità e serenità, seppe testimoniare con ineffabile gioia spirituale l’apprezzamento per ogni realtà bella e buona. Si segnalò per numerose opere caritative a favore degli “ultimi”.
La sua vita spirituale si alimentò allo studio della Bibbia, alla fonte della liturgia, nella frequente partecipazione all’eucaristia e nell’amore verso la Beata Vergine Maria.
Morì a soli 43 anni a Suna, vicino a Pallanza, nella residenza estiva della sua famiglia, colpito dal tifo, il 17 ottobre 1902. Lo studioso e laico Contardo Ferrini fu subito venerato per le sue singolari virtù di vita cristiana, tipiche del perfetto apostolo moderno. Il 13 aprile 1947 Pio XII lo proclamò beato. I suoi resti riposano nella Cappella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Vangelo secondo Luca 24, 44-48.
In effetti c’è bisogno delle parole di Gesù perché gli uomini non abbiano a fermarsi solo sulla misteriosa e incomprensibile fine dalla Sua vita: “sono queste le parole che io vi dissi …”.
Abbiamo bisogno di ascoltare sempre la Parola di Gesù perché non si tratta di un insegnamento come quello scolastico: leggi una cosa, la impari e la usi. La parola di Dio ha bisogno di essere eternamente ascoltata perchè nel suo continuo ri-accadere mostra sempre qualcosa di nuovo e di vero.
Ma anche le Sue parole non bastano, c’è bisogno che Lui apra le nostre menti alla comprensione di ciò che ascoltiamo; in questo modo anche le profezie acquistano un senso che altrimenti resterebbe a noi sconosciuto.
Chiediamo oggi di saper imparare a leggere la Sua parola come una fonte di eterno nuovo significato e chiediamo insieme che sia Lui ad illuminarci con l’opera dello Spirito Santo perchè la nostra comprensione possa andare “oltre noi”.
Scuola di Comunità 2025/2026

«Cristo, nuovo principio
di conoscenza e di azione»
Qui potete trovare il testo della Giornata di inizio anno:
https://www.clonline.org/it/pubblicazioni/libretti/giornata-inizio-anno-2025
Noi abbiamo così scoperto la fede non come
qualcosa di intellettuale o intimistico, ma come
un coinvolgimento con una Presenza,
la Sua presenza qui e ora.
Dovrebbe essere la vita davanti a quella Presenza, il nostro più grande compito e il nostro pensiero fisso. Ma purtroppo si continua a scivolare via pensando che il rapporto con la grande Presenza dipenda da noi, dalla nostra disponibilità e coerenza.
Ma la Presenza è ciò che ci ha fatto, che ci fa, prima ancora di ogni nostro pensiero. Ed è sempre quella Presenza che ha fatto il mondo intorno a noi e anche tutte le persone che amiamo.
Buona giornata,
donC

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