Giovedì 26 giugno 2025

Quando, ormai dodici anni fa, arrivavo per l’ultima volta a Santa Caterina ero accompagnato da un gruppo di ragazzini delle scuole medie con cui avremmo fatto una settimana di vacanza.
Ieri invece a Santa Caterina ci sono arrivato da solo, e così nel viaggio ho cominciato a ricordare i miei avanti e indietro per quest’ultimo lembo di Valtellina: ci sono stato tante volte per diversi motivi: dalla scalate solitarie delle cime che circondano la valle, alle vacanze con i ragazzi, alla settimana passata con dei maturandi passando da rifugio a rifugio senza scendere a valle. Poi, nel tempo lunghissimo del viaggio, mi è tornata alla mente la prima volta che sono salito fin quassù: avevamo forse sedici anni e con un amico facemmo la follia di salire a Santa Caterina in bicicletta per venire a trovare gli amici in vacanza: 210 Km, e una salita quasi ininterrotta di 50, da Tirano all’arrivo. 16 ore di bicicletta, prestatami la sera prima, per vedere gli amici di Gs in vacanza.
E nello zaino avevamo scarponi e maglioni per la gita che avremmo fatto il giorno dopo.
Partenza alle 6 del mattino e arrivo alla meta alle 20,15.
Se penso ora a quella “gita” devo darmi dell’incosciente.

Poi, nel mio lungo viaggio di ieri, con i ricordi, sono passato a considerare quanti viaggi ho fatto per gli amici: a piedi, in bici, in auto o anche solo nella cura della preghiera quotidiana.
Davvero tanta delle mie energie e delle mie capacità le ho spese per vivere la pienezza di un rapporto che ora mi garantisce di essere quello che sono: un innamorato della vita perché amante delle persone. Quello che cerco c’è; ha ha il volto di coloro che amo.

E per questo ora sono in montagna: per il desiderio di poterLo vedere accadere ancora.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Il Signore Gesù diceva ai farisei e agli scribi una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi».

Vangelo secondo Luca 5, 36-38.

Il vino credo venga qui paragonato alla vita: una vita nuova come può stare dentro gli schemi del “già saputo”, del “solito”? Come può accadere che la passione che c’è dentro il cuore di chi vive d’amore possa essere contenuta e spiegata con formule del passato?
Gesù come messia si era presentato con la domanda e con il desiderio buono che Israele per essere salvato cambiasse. Ma Gesù fu rifiutato e fallì nel suo compito perché la vera grandezza della conversione è una novità di vita, che le leggi stesse dell’ebraismo finivano con lo schiacciare e abbattere.
In fondo Gesù fu ucciso perchè quella sua novità di vita non poteva stare nella misura delle leggi e delle aspettative ebraiche.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO


1. Forza motrice della ragione

E’ solo il rapporto con l’al di là che rende realizzabile l’avventura della vita.


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