Giovedì 28 agosto 2025

Che cosa ho visto, che cosa è accaduto a me ieri, nella mia toccata e fuga al Meeting di Rimini?
Alzarmi questa mattina alle sei per scrivere queste righe mi ha permesso con chiarezza una prima constatazione: non ho più l’età. e al di là della battuta devo riconoscere che anche per questo “voler vedere” occorre un tempo, non basta desiderare.

La cosa semplice che vi racconto è venuta a galla dentro la visita alla mostra su Antoni Gaudi, l’architetto che ha lavorato per anni alla edificazione della chiesa delle Sagrada Familia a Barcellona, una mostra per bambini, dove in modo semplice venivano raccontata una cosa: quello che sei non è detto che sia sbagliato: da un bambino malaticcio che non poteva fare quello che facevano gli altri ragazzi venne fuori un uomo che sapeva osservare ciò che lo circondava e quella osservazione è diventata capacità innovativa nell’arte del costruire.

La cosa mi ha colpito, non tanto per la conoscenza dell’architetto e della sua opera, ma perchè mi ha rimesso davanti che la verità è per tutti: anche dei bambini possono comprendere cose importanti e sottili come quelle che stanno dietro delle forme architettoniche complesse. Che bello poter dire che la verità e la bellezza sono davvero per tutti e non solo per chi è “grande”.

Le mostre che ho visto mi hanno aperto gli occhi su questo: quello che ho incontrato è una possibilità per tutti, da ragazzino che diventa santo, al giovane che sceglie di lasciare tutto per Lui, alla bellezza dell’arte romanica che si estende per il mondo di allora come una forma comune di rapporto con Dio.


dalla liturgia ambrosiana:

Nasce a Tagaste il 13 novembre 354, da Patrizio e Monica. Di vivacissima intelligenza e nobile carattere, spinto da un appassionato quanto informe desiderio di conoscere e amare, Agostino fin dalla giovinezza si dedicò con avidità agli studi letterari, pur essendo trascinato dalla sua natura impetuosa ad avventure giovanili di vario genere. La lettura di un testo filosofico sapienziale di Cicerone, l’Hortensius, segnò una svolta nella sua maturazione spirituale; aveva allora diciannove anni.
Nel Libro delle Confessioni egli stesso descrive le tormentate vicende della sua ricerca della verità, inquietata soprattutto dal problema del male che abita il mondo e il cuore dell’uomo. Passò attraverso le influenze più contrastanti (manichei, accademici, scetticismo, neoplatonismo) mentre, portati a compimento gli studi di retorica, dalla terra natale emigrava a insegnare retorica prima a Roma e poi a Milano. Qui oltre alla presenza orante e vigile della madre Monica e dell’amico Alipio, l’ascolto della predicazione di Ambrogio, e particolarmente il suo metodo di interpretazione spirituale delle sacre Scritture, fu evento decisivo per la sua ricerca: gli aprì la mente e il cuore a una nuova bellezza, quella del mistero cristiano.
La saggia presenza del venerando prete milanese Simpliciano (futuro successore di sant’Ambrogio alla cattedra episcopale), e la testimonianza dell’amico Ponticiano, aiutarono i passi incerti di Agostino che, attraverso l’esperienza forte della lettura, peraltro casuale, di un passo delle Lettere di san Paolo, giunse alla decisione di convertirsi all’integrità della vita cristiana. Inizialmente, lasciato l’insegnamento di retore, si ritirò a Cassiciaco ove con la madre, il figlio Adeodato (nato quindici anni prima da una relazione con una giovane cartaginese) e alcuni amici realizzò una sorta di ritiro meditativo che portò a maturazione la conversione ormai fermamente decisa.
Così nella notte di Pasqua del 387 fu battezzato da Ambrogio nella cattedrale di Milano, insieme all’amico Alipio e al figlio Adeodato. Nel viaggio di ritorno a Tagaste, giunti al porto di Ostia, la madre Monica morì. Dopo breve permanenza a Roma, raggiunta infine Tagaste, iniziò una vita profondamente mutata, insieme agli amici, ispirandosi al modello monastico.
Ordinato prete dal vescovo d’Ippona Valerio, fondò ivi un monastero ove visse egli stesso, costituendo una sorta di comunità presbiterale. Intorno al 396 fu egli stesso consacrato vescovo da Valerio. Da vescovo intensificò la sua attività di predicazione, di lotta contro i fermenti eretici pullulanti nelle chiese dell’epoca, e di carità, spinto dalla certezza unificante della sua vita che l’amore è la sostanza di tutto: “Ama e fa’ ciò che vuoi”.
Vastissima la sua produzione letteraria, di carattere omiletico-pastorale, teologico, filosofico, apologetico e polemico, epistolare. Maestro dell’interiorità, teologo della grazia e del primato dell’amore, cultore dell’amicizia, uomo assetato di Dio, Agostino è considerato una delle colonne portanti dell’epoca patristica e della tradizione della chiesa d’Occidente.
Morì il 28 agosto 430, mentre i vandali, devastata gran parte dell’Africa, cingevano Ippona d’assedio.

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

Vangelo secondo Luca 11, 7b.11-15.

“Non è sorto alcuno più grande diGiovanni il Battista”. Che Gesù dica una cosa così mi stupisce davvero: Cristo giudica la figura di Giovanni con u:na chiarezza e definitività che non hanno paragone; la credente più grande è uno che nemmeno ha conosciuto Gesù!
Davvero quello della fede è un Mistero. Ciascuno vive una vita che ha solo bisogno di essere vissuta perchè il compimento di essa è lì, non nell’esito che ti aspetti o che gli altri si aspettano per te.
Guardiamo a Giovanni con la chiarezza di chi riconosce che tutto si gioca nel dire “sì”, questo rende il più piccolo grande almeno come il più grande.


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