Che giornata! Dovevo portare la macchia a fare il tagliando e la revisione e così alle 8,30 ero dal concessionario a Melzo che mi ha detto: “se ha pazienza di aspettare le facciamo la macchina subito e la mandiamo via entro le 12”. E un pò ingenuamente ho accettato la proposta, avevo di che leggere e lavorare e, dopo aver ammirato i modelli nuovi delle auto in vendita, mi sono accomodato su un divanetto aspettando pazientemente.
E lì sono rimasto per più di tre ore!
D’altra parte il tentativo di chiedere un’auto di cortesia l’avevo anche fatto ma l’altro ieri mi hanno chiamato comunicandomi che l’auto a me destinata non era disponibile per via di un contrattempo.
E dato che la revisione mi scadeva a fine agosto …
Ho lavorato in modo vero, ho letto il testo sulla vecchiaia del card Scola, ho completato una sorta di spiegazione sul testo della benedizione agli sposi e ho risposto ad alcuni messaggi che stavano facendo la loro muffa sulla memoria del telefono. Quindi un tempo utile.
Che cosa ne ho ricavato? Come riconosco che quel tempo è stato un dono di Dio? Innanzitutto è utile sapere che se “vuoi” anche un concessionario d’auto è posto dove stare in Sua compagnia.
Secondo: spero di essere stato un segno; mentre i venditori non facevano nulla, nell’attesa di qualche cliente e ancor più delle ferie, l’essere rimasto al mio posto a leggere e a scrivere potrebbe aver “mosso” qualcuno. Sicuramente ha costretto me a non sciupare il tempo che Lui mi dona.
dalla liturgia ambrosiana:
Giovedì della VIII° domenica dopo PENTECOSTE
Le Chiese
In quel tempo. Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova il Signore Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Vangelo secondo Luca 10, 25-37.
Uno. “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù ci vuole così interi che, anche davanti a Lui, stando con Lui, non deve venire meno in noi il desiderio della vita eterna, di quel di più che il cuore dell’uomo desidera incessantemente. Se stare con Gesù ci toglie qualcosa di quello che siamo allora non stiamo davvero seguendo Gesù ma l’immagine di Lui che noi abbiamo; chi ama sa che si desidera il bene dell’altro tutto intero, senza togliere o celare nulla.
Due. “Chi è il mio prossimo?”. Molto interessante: non volendo cedere alla misura totale di Gesù, l’obiezione diventa domanda: se non so chi sia il mio prossimo non posso nemmeno mettermi al suo servizio e amarlo.
Come posso amare come me stesso qualcuno che non è me stesso?
Formalmente il dottore della legge non rifiuta le parole di Gesù ma con questa domanda si pone nella condizione di non poter accogliere la richiesta di Gesù; e quanto spesso è davvero così anche per noi? La domanda, anche se ha la forma del desiderio di comprensione, spesso è solo un forma di rifiuto.
Tre. “Và e anche tu fà così”. La sequela di Cristo è tutta costruita su quel “anche tu”; per grazia di Dio non abbiamo nulla da inventare nel cammino dietro a Gesù, dobbiamo piuttosto concentrarci per vedere i samaritani che si muovono davanti a noi. Tu a chi guardi per seguire Gesù ed avere la vita eterna?
Buon giovedì,
donC
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