Giovedì 9 ottobre 2025

Erano circa le 22 quando è arrivata in piazza Leonardo l’ennesima manifestazione pro pal; erano anche in tanti e gridavano gli slogan che ormai conosciamo tutti.
Dopo una decina di minuti tutto si è concluso ordinatamente e la piazza, che tanto rapidamente aveva preso vita, è tornata ad essere abbracciata dalla tranquillità precedente.
In fondo non siamo diversi. Se non torno costantemente ad ripetere ciò che conta me ne scordo, anche se si tratta di una cosa importante. Loro hanno bisogno di continuare la manifestazione per non scordare il dramma palestinese e io ho bisogno di continuare a vederLo presente per non dimenticare che è dentro la realtà delle cose.
“Quindi, per me, a cosa corrisponde il gesto del manifestare, per non dimenticare?” Mi chiedevo andando a dormire, cosa significa “fare memoria”?

Tra poco celebrerò la Messa, questo gesto quotidiano è fatto per indicarmi che Gesù sta dando la vita per me ora, oggi; la Messa è la mia manifestazione quotidiana, il gesto che mi rimette davanti alla Presenza che poi richiama tutto della vita. Oggi, tenendo tra le mani il corpo di Cristo, ricorderò il giorno della nascita al cielo di mio papà.
Tutto è ricordato dentro quel ricordo.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Vangelo secondo Luca 21, 25-33.

Vedere la gloria di Dio, questo è uno dei regali che ciascun credente vorrebbe per sè, dove la gloria di Dio significa la vittoria sul male e sul peccato, non tanto trombe, lampi e splendore. E che il buon Dio manifesti la sua vittoria proprio quando sembra che il male vinca, non è cosa da poco. E’ questa la speranza da avere, dentro un tempo come il nostro: non è il semplice vedere cessare la violenza ma è il desiderio di vedere il trionfo di Cristo.

Anche se può parere strano qui il male assurge al rango di segno della vittoria del bene. Una cosa fuori dalle nostre logiche umane. Siamo troppo abituati al fatto che il male è male, mentre nella misericordia, che è il piano di Dio, tutto porta all’incontro con Lui, come è accaduto a tanti personaggi del vangelo, passati dal peccato e dall’odio all’amore e alla santità, basta pensare a san Paolo.
Chiedere di guardare al male come occasione e non come puro male è un passo che comincia a far prevalere in noi la misericordia e l’amore piuttosto che lo scandalo e la vergogna. Scandalo e vergogna che sono segno del nostro essere fatti per Altro.


Questa è la prima domanda che Camu rivolge a Davide Prosperi, e dato che poi ci inoltreremo nella risposta credo valga la pena soffermarcisi un momento.
Il punto è davvero interessante perché riporta alla luce la questione sempre aperta del rapporto tra il fatto che ciascuno è responsabile di sè stesso con un luogo, un’amicizia, un rapporto, che è la sola via per la fedeltà a sè stessi.
Non avrebbe quindi senso una vita che cerca di costruirsi da sola come non avrebbe senso una comunità che non fosse costruita sulla singolarità dei suoi componenti. Ma come questo può accadere, come si possono tenere insieme due passi apparentemente tanto diversi?


Commenti

2 risposte a “Giovedì 9 ottobre 2025”

  1. Ieri ho sentito la notizia al giornale radio che il nostro Presidente Mattarella ha promulgato l’istituzione della festa di San Francesco quale patrono di Italia. E questa notizia, ascoltata in mezzo a tutte le distrazioni della giornata, mi ha fatto fermare e riflettere: si parla tanto di laicità dello Stato, del fatto che gli Stati occidentali garantiscono il diritto alla libertà….di tutto in pratica, e spunta l’”idea” di prendere dalla Chiesa una festa anche per lo Stato Italiano.
    Mi ha colpito il fatto che davvero lo Spirito Santo è all’opera nel mondo, e che spesso noi vediamo solo il male solo perchè è più eclatante, più immediato, mentre il bene “lavora” nascosto.
    Mi ha dato speranza questa cosa!
    Grazie don per accompagnarci all’Essenziale ogni giorno.

  2. Ciao don
    Molto interessante il tuo commento oggi specialmente l’ultimo paragrafo. Mi aiuti sulla domanda ma come questo può accadere? Grazie buona giornata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *