I° domenica dopo la DEDICAZIONE | 26 ottobre 2025

In quel tempo. Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che il Signore Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Vangelo secondo Matteo ( 28,16-20. )

1.
Questo brano è la conclusione del vangelo di Matteo.
E mi colpisce molto che la storia di Gesù non termini, come tutte le narrazioni, con delle raccomandazioni o con la sintesi di quelli che sono stati gli insegnamenti di Cristo.
Essendo venuto per stare con noi, per mostrarci la vita, allora il vangelo si conclude con un compito e una promessa.

Il compito, qui sembra evidente, è quello della missione, con i tre passi che spesso nei vangeli delle apparizioni sono ripresi: andate, annunciate e battezzate.
Al compito missionario segue la promessa: “io sono con voi tutti i giorni”.
Si può essere missionari solo se si è certi della Sua amicizia e presenza, ora, e si può essere certi della promessa di Cristo solo se si è missionari, se ci si appoggia davvero a quella promessa.

2. ” Andarono in Galilea, … si prostrarono … essi però dubitarono “.
Dovremmo riflettere spesso su questa descrizione degli undici (che già ci dice qualcosa di incompleto).
Gli apostoli sono obbedienti, si fanno a piedi 150 Km, solo per veder compiuta la promessa di poterlo rivedere. E quando lo vedono si prostrano, non gli si buttano al collo per abbracciarlo; sono ben coscienti, ora, del fatto che il loro amico è il Figlio di Dio.

Ma, contemporaneamente, dubitano: non basta nemmeno il loro essere insieme per farli essere certi, e non basta nemmeno aver visto tutto quello che gli undici hanno visto: la lotta tra credere e non credere è in ogni uomo e donna, e si rinnova di continuo.

3. ” Gesù si avvicinò
Con Gesù non è abbracci e baci, ma Gesù è capace di una tenerezza che è vera paternità. A noi pronti a scandalizzarci per la nostra incredulità Lui si fa vicino.
Alla nostra mancanza di fede non occorrono nuove ragioni per credere ma piuttosto la ricerca e la scoperta dell’avvicinarsi di Gesù.

4. ” A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra
Gesù si avvicina e, come sussurrando, ci rivela che Lui può tutto, ma non lo dimostra, lo dice e basta.
Così gli apostoli debbono fare un passo: fidarsi o meno?
Hanno paura ma non è tolta loro neppure una virgola: sono rimessi davanti a ciò che pure avevano visto: Uno che può tutto.

5. ” Andate
Ciò che hanno visto non basta, devono provare a vedere se Gesù c’è ora, e per questo devono osare di affrontare la vita dicendo a tutti, e così verificando, che Lui c’è.


Ghirlandaio, Vocazione dei primi apostoli, 1481-1482, Cappella Sistina, Città del Vaticano.
Evidentemente non si tratta della rappresentazione del vangelo odierno, l’ho voluta scegliere comunque per via del paesaggio: quel lago ricorda la Galilea, luogo della vita e della crescita di Gesù, il luogo dove il Risorto si farà incontrare dai suoi.
Credo si possa dire che l’indicazione è chiara: il Risorto lo incontri dove vivi.


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