In quel tempo. Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che il Signore Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Vangelo secondo Matteo ( 28,16-20. )
1.
Questo brano è la conclusione del vangelo di Matteo.
E mi colpisce molto che la storia di Gesù non termini, come tutte le narrazioni, con delle raccomandazioni o con la sintesi di quelli che sono stati gli insegnamenti di Cristo.
Essendo venuto per stare con noi, per mostrarci la vita, allora il vangelo si conclude con un compito e una promessa.
Il compito, qui sembra evidente, è quello della missione, con i tre passi che spesso nei vangeli delle apparizioni sono ripresi: andate, annunciate e battezzate.
Al compito missionario segue la promessa: “io sono con voi tutti i giorni”.
Si può essere missionari solo se si è certi della Sua amicizia e presenza, ora, e si può essere certi della promessa di Cristo solo se si è missionari, se ci si appoggia davvero a quella promessa.
2. ” Andarono in Galilea, … si prostrarono … essi però dubitarono “.
Dovremmo riflettere spesso su questa descrizione degli undici (che già ci dice qualcosa di incompleto).
Gli apostoli sono obbedienti, si fanno a piedi 150 Km, solo per veder compiuta la promessa di poterlo rivedere. E quando lo vedono si prostrano, non gli si buttano al collo per abbracciarlo; sono ben coscienti, ora, del fatto che il loro amico è il Figlio di Dio.
Ma, contemporaneamente, dubitano: non basta nemmeno il loro essere insieme per farli essere certi, e non basta nemmeno aver visto tutto quello che gli undici hanno visto: la lotta tra credere e non credere è in ogni uomo e donna, e si rinnova di continuo.
3. ” Gesù si avvicinò “
Con Gesù non è abbracci e baci, ma Gesù è capace di una tenerezza che è vera paternità. A noi pronti a scandalizzarci per la nostra incredulità Lui si fa vicino.
Alla nostra mancanza di fede non occorrono nuove ragioni per credere ma piuttosto la ricerca e la scoperta dell’avvicinarsi di Gesù.
4. ” A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra “
Gesù si avvicina e, come sussurrando, ci rivela che Lui può tutto, ma non lo dimostra, lo dice e basta.
Così gli apostoli debbono fare un passo: fidarsi o meno?
Hanno paura ma non è tolta loro neppure una virgola: sono rimessi davanti a ciò che pure avevano visto: Uno che può tutto.
5. ” Andate “
Ciò che hanno visto non basta, devono provare a vedere se Gesù c’è ora, e per questo devono osare di affrontare la vita dicendo a tutti, e così verificando, che Lui c’è.
Ghirlandaio, Vocazione dei primi apostoli, 1481-1482, Cappella Sistina, Città del Vaticano.
Evidentemente non si tratta della rappresentazione del vangelo odierno, l’ho voluta scegliere comunque per via del paesaggio: quel lago ricorda la Galilea, luogo della vita e della crescita di Gesù, il luogo dove il Risorto si farà incontrare dai suoi.
Credo si possa dire che l’indicazione è chiara: il Risorto lo incontri dove vivi.

Lascia un commento