In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Vangelo secondo Matteo (21,28-32.)
1. Per capire bene ciò che ci dice questo brano del vangelo di Matteo, evitando così di farne solo una lettura morale, dobbiamo rimetterlo nel suo contesto: siamo alle battute finali, Gesù è entrato a Gerusalemme e il problema di scribi e farisei è uno: “chi è Gesù? Perché si dovrebbe credere in un uomo così?”.
Scribi e farisei lo vogliono morto, non sanno ancora chi sia, ma a loro dà troppo fastidio un uomo di quella specie, mette in crisi tutte le loro sicurezze.
Ma quella domanda sull’identità di Gesù brucia, non può essere trascurata.
2. “ Un uomo aveva due figli “
La risposta di Gesù su chi lui sia, comincia così, con un padre che chiede.
Con un padre che domanda aiuto, che pare, per di più, un aiuto momentaneo , passeggero: “oggi”.
C’è anche da considerare che la vigna non è un bene solo del padre, è il bene della famiglia stessa. Abbiamo un padre che chiede di lavorare al bene di tutti, non al suo o a quello di chissà chi.
Basterebbe questo per rispondere alla domanda degli scribi e dei farisei: Gesù è come un padre che chiede di lavorare per il bene di tutti, questo porta al rapporto con lui, a conoscerlo e a conoscere sè stessi.
Ma per noi Gesù è questo? A quale vigna stiamo lavorando?
il punto è che Gesù non si ferma alla risposta …
3. “Si rivolse al primo … “
il primo a dover accogliere la richiesta di quel padre è il colui che apparentemente non risponde, non si preoccupa che di sè, ma poi si ferma, si guarda e capisce cosa è più vero per lui. Mentre il secondo si occupa di salvare la forma ma soprattutto di sè, della sua voglia.
Gesù ha spiegato chi è ma aggiunge che solo chi si sa guardare è poi nelle condizioni di riconoscerlo. Tutti possono avere un padre che chiede cose ma per poterlo conoscere uno deve fare il paragone con sè.
Chi è l’altro per te lo capisci solo se cominci a dire chi sei tu.
Piero della Francesca, Storia della vera Croce (particolare), 1452-1466, Chiesa di san Francesco Arezzo.
Settimana scorsa mentre guardavo questo affresco mi colpiva questo particolare perchè preso da solo potremmo vederlo come un’opera contemporanea; c’è un’essenzialità nell’uso delle forme e del colore che davvero può indurre a pensare a un’opera molto attuale.
L’ho collegata al vangelo odierno perchè quelle case sono per noi oggi il luogo dove cercare di incontrare e conoscere Gesù: fa la volontà del Padre chi lo riconosce ora.
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