Lunedì 26 maggio 2025

Quindi cosa dire alla conclusione del pellegrinaggio in Terra santa?

QUI. E’ la cosa che più di tutte mi ha colpito; passando per una serie di posti evangelici dove sono accaduti episodi specifici, e per questo nei testi liturgici si diceva: “QUI è accaduto questo, o quello”. Così mi sono trovato a pensare che anche qui, a Milano, nella “basilica” di san Pio, nelle strade del quartiere e nelle persone che incontro posso e devo dire quel “QUI”. Perché, o c’è lo stesso Gesù ovunque oppure c’è qualcosa che non funziona.
E quel “qui” significa anche “adesso”.

POPOLO. La terra d’Israele è la terra promessa da Dio al suo popolo; a dire il vero non c’è paragone con la bellezza e la ricchezza delle nostre terre, ma davvero quei luoghi sono scelti da Dio per indicare al mondo la Sua preferenza, per questo sono belli. E ogni volta che vado in quelle terre si ripete il dono di una strana Comunione con coloro che con me sono sulle tracce di Cristo.
Ogni volta è chiaro che occorre imparare a guardare sempre a Gesù per essere davvero popolo, altrimenti prevalgono le nostre attese e i nostri progetti.
Eravamo ventidue scappati di casa che nemmeno si conoscevano ma dopo quei giorni c’era una unità vera.

PACE. Se c’è un posto dove la pace non c’è, da tempo immemore, è proprio la Terra di Gesù, il posto dove i popoli dovrebbero incontrarsi. Lì la diversità tra le persone non è affatto abbracciata ma origina muri e divisioni.§
Hanno tutto ciò che servirebbe per camminare insieme e non lo fanno.
Questo mi ha appassionato alla preghiera per la pace; il saluto del Risorto, le prime parole del nuovo pontefice: “la Pace sia con voi” sono davvero la mia continua preghiera di questo tempo, per me, per il cuore e per tutto il mondo.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Quando Giuda Iscariota fu uscito, il Signore Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».

Vangelo secondo Giovanni 13,31-36.

“Mi seguirai più tardi”. Che schiaffo in faccia! Pietro ha uno dei suoi slanci verso l’amico Gesù e Gesù sembra rimetterlo al suo posto. C’è bisogno di questo? Perchè Gesù lo fa?
Credo che se avesse guardato il suo cuore non solo Gesù avrebbe portato con sé anche Pietro, ma forse nemmeno sarebbe andato incontro alla Croce. Gesù in questo modo ci dice due cose: che di fronte al nostro destino c’è un’ultima solitudine e che, un passo che chiede siamo soli a compiere la nostra vita; vita che è data solo a noi.
E, secondo, Gesù ci chiede di compiere il nostro destino e non il Suo. Perchè la strada che è data a noi è il meglio per noi.

La strada per camminare nella gloria e nel compimento di sé rimane quella descritta in queste righe: “amatevi gli uni gli altri”.



Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Sono ancora all’inizio del mio ministero in mezzo a voi e desidero anzitutto ringraziarvi per l’affetto che mi state manifestando, mentre vi chiedo di sostenermi con la vostra preghiera e vicinanza.

In tutto ciò a cui il Signore ci chiama, nel percorso di vita così come nel cammino di fede, ci sentiamo a volte inadeguati. Tuttavia, proprio il Vangelo di questa domenica (cfr Gv 14,23-29) ci dice che non dobbiamo guardare alle nostre forze, ma alla misericordia del Signore che ci ha scelti, certi che lo Spirito Santo ci guida e ci insegna ogni cosa.

Agli Apostoli che, alla vigilia della morte del Maestro, sono turbati e angosciati e si chiedono come potranno essere continuatori e testimoni del Regno di Dio, Gesù annuncia il dono dello Spirito Santo, con questa meravigliosa promessa: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (v. 23).

Così, Gesù libera i discepoli da ogni angoscia e preoccupazione e può dire loro: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (v. 27). Se rimaniamo nel suo amore, infatti, Lui stesso prende dimora in noi, la nostra vita diventa tempio di Dio e questo amore ci illumina, si fa spazio nel nostro modo di pensare e nelle nostre scelte, fino a espandersi anche verso gli altri e irradiare tutte le situazioni della nostra esistenza.

Ecco, fratelli e sorelle, questo dimorare di Dio in noi è proprio il dono dello Spirito Santo, che ci prende per mano e ci fa sperimentare, anche nella vita quotidiana, la presenza e la vicinanza di Dio, rendendoci sua dimora.

È bello che, guardando alla nostra chiamata, alle realtà e alle persone che ci sono state affidate, agli impegni che portiamo avanti, al nostro servizio nella Chiesa, ciascuno di noi può dire con fiducia: anche se sono fragile, il Signore non si vergogna della mia umanità, anzi, viene a prendere dimora dentro di me. Egli mi accompagna col suo Spirito, mi illumina e mi rende strumento del suo amore per gli altri, per la società e per il mondo.

Carissimi, sul fondamento di questa promessa, camminiamo nella gioia della fede, per essere tempio santo del Signore. Impegniamoci a portare il suo amore ovunque, ricordandoci che ogni sorella e ogni fratello è dimora di Dio, e che la sua presenza si rivela specialmente nei piccoli, nei poveri e in coloro che soffrono, chiedendoci di essere cristiani attenti e compassionevoli.

E affidiamoci tutti all’intercessione di Maria Santissima. Per l’opera dello Spirito, Lei è diventata “Dimora consacrata a Dio”. Con Lei, anche noi possiamo sperimentare la gioia di accogliere il Signore ed essere segno e strumento del suo amore.


Dopo il Regina Caeli

Cari fratelli e sorelle!

Ieri a Poznań (Polonia) è stato beatificato Stanislao Kostka Streich, sacerdote diocesano ucciso in odio alla fede nel 1938, perché la sua opera in favore dei poveri e degli operai infastidiva i seguaci dell’ideologia comunista. Il suo esempio possa stimolare in particolare i sacerdoti a spendersi generosamente per il Vangelo e per i fratelli.

Sempre ieri, memoria liturgica della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, si è celebrata la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, istituita dal Papa Benedetto XVI. Nelle chiese e nei santuari della Cina e in tutto il mondo si sono elevate preghiere a Dio come segno della sollecitudine e dell’affetto per i cattolici cinesi e della loro comunione con la Chiesa universale. L’intercessione di Maria Santissima ottenga a loro e a noi la grazia di essere testimoni forti e gioiosi del Vangelo, anche in mezzo alle prove, per promuovere sempre la pace e l’armonia.

Con questi sentimenti la nostra preghiera abbraccia tutti i popoli che soffrono a causa della guerra; invochiamo coraggio e perseveranza per quanti sono impegnati nel dialogo e nella ricerca sincera della pace.

Dieci anni fa Papa Francesco firmava l’Enciclica “Laudato si’ “, dedicata alla cura della casa comune. Essa ha avuto una straordinaria diffusione, ispirando innumerevoli iniziative e insegnando a tutti ad ascoltare il duplice grido della Terra e dei poveri. Saluto e incoraggio il movimento Laudato si’ e tutti coloro che portano avanti questo impegno.

Saluto tutti voi provenienti dall’Italia e da tante parti del mondo, in particolare i pellegrini di Valencia e quelli polacchi, con una benedizione per quanti in Polonia partecipano al grande pellegrinaggio al Santuario mariano di Piekary Śląskie. Saluto i fedeli di Pescara, Sortino, Paternò, Caltagirone, Massarosa Nord, Malnate, Palagonia e Cerello, e quelli della parrocchia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria in Roma. Saluto con affetto i ragazzi della Cresima dell’Arcidiocesi di Genova, i cresimandi di San Teodoro, in diocesi di Tempio-Ampurias, i ciclisti di Paderno Dugnano e i Bersaglieri di Palermo.

A tutti auguro una buona domenica!


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