Come un diamante, se lo giri, anche poco, vedi cose nuove!
Come un Mistero, così è la Parola di un Dio che si è fatto carne e di cui non conosciamo i progetti.
I vangeli delle domeniche del tempo di Quaresima sono come un pozzo profondo, dove, man mano che scendi, prendi coscienza di te.
E’ questo il modo con cui, sempre più spesso, mi accorgo di vivere i testi evangelici della domenica.
Una abbondanza percepita e mai davvero compresa; sono ormai 37 le quaresime che ho vissuto e “predicato”, commentando sempre gli stessi vangeli. Ma ogni volta è una cosa nuova; e so già che il prossimo anno gli stessi testi mi diranno cose diverse da quelle che reputo importanti ora, e tutto questo non perché cambio io ma perché, ce lo diciamo tutte le volte, ciò che leggiamo davvero è Parola di Dio.
Per questo vorrei chiedervi una cosa: la prossima domenica, e poi nel triduo, e nelle domeniche successive, perché non provate anche voi a scrivere come commento una cosa che vi colpisce del vangelo che leggiamo? Mi piacerebbe che provassimo insieme a dirci cosa ci colpisce e stupisce del vangelo della domenica, per integrare e completare ciò che poveramente capisco … e per non avere solo dei “lettori” passivi.
Sarebbe un grande regalo!
dalla liturgia ambrosiana:
Lunedì della V° di QUARESIMA
In quel tempo.
Vangelo secondo Marco 8,27-33.
Il Signore Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Possiamo dire: “Tu sei il Cristo” e, come Pietro, non sapere cosa realmente significhi. E’ inutile scandalizzarsi, è davvero facile incontrare, conoscere, Gesù e continuare a pensare secondo la logica del mondo.
Che cosa serve perché riconoscere Cristo sia un reale cambio di sguardo alla vita? Guardando questo episodio ci sono alcune cose molto concrete che accadono e che possono essere riprese: Pietro ha Gesù che lo richiama, a me, chi si può permettere di farmi osservare l’errore? Senza questo passo non credo si possa andare molto in là delle dichiarazioni di intenti.
Secondo: Pietro, una volta ripreso, continua a seguire Cristo e quella compagnia, e lo farà anche dopo il suo stesso tradimento, come a dire che bisogna far vincere la verità dell’incontro fatto piuttosto che le proprie interpretazioni delle cose.
Tutto questo chiede il tempo, soprattutto a noi che viviamo nella continua pretesa delle cose qui e subito.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 12
L’avventura dell’interpretazione
«Qualunque cosa tu dica o faccia
C’è un grido dentro:
Non è per questo, non è per questo!
…
Sono alcune delle parole della citata poesia di Clemente Rebora, Sacchi a terra per gli occhi. Come dice Giussani, è del genio riuscire in poche parole a descrivere quello che si agita dentro di noi, meglio di quanto noi stessi potremmo fare.
“Non è per questo, non è per questo”. Fermarsi a quello che c’è è facile ma non basta, non basta mai.
Credo valga la pena chiedere che ne siamo sempre più consapevoli, per non essere mai arresi al “solito”, per quanto grande possa essere.
Buona settimana,
donC
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