Martedì 13 maggio 2025

13 maggio, festa della Madonna di Fatima.
Perché tanti Papi hanno sentito l’esigenza di andare a Fatima? Tutti gli ultimi pontefici ci sono stati e alcuni di loro più di una volta. Perché erano così devoti a quelle apparizioni? Oggi quella devozione sembra non funzionare più; nella devozione popolare, si è quasi persa anche la recita del Rosario per il mese mariano, figurarsi ricordare la Madonna di Fatima.

Era questa la domanda con cui sono andato a dormire ieri sera e con cui questa mattina mi sono alzato; così, nel desiderio di capire qualcosa di più, sono andato a cercare di informarmi.

La prima cosa che mi ha colpito è quello che oggi chiameremmo “stalckeraggio” di Maria; non si è mai data per vinta e se saltava un appuntamento, una apparizione, arrivava in un altro momento, pensate che si è rivelata anche “fuori tempo massimo”, quando Giacinta e Francesco, due dei tre pastorelli, erano già morti. Insomma se volessimo essere scettici questa insistenza potrebbe risultare sospetta. 
Eppure la presenza costante di Maria per richiamare, attraverso tre bambini, gli uomini e le donne di quel tempo e di tutti i tempi, credo sia da leggere come una forte volontà di compagnia e di custodia: Maria aveva a cuore la salvezza degli uomini e ha cercato di far loro compagnia come riteneva potesse essere meglio.

Purtroppo tutto ciò si è in gran parte perso nel trascorrere del tempo; ma resta un fatto: la manifestazione di Dio per “salvare” l’uomo dimentico.

Ecco la Misericordia.

Di cui dovremmo essere grati.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Molti dei discepoli del Signore Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Vangelo secondo Giovanni 6,60-69.

«Nessuno può venire a me se non gli è concesso». Quindi a noi è stato concesso! Dovremmo avere il cuore che scoppia di gioia e gratitudine per questo incredibile dono di Dio; un dono che si accompagna al compito della sequela, compito estremamente duro e “divisivo”, specie se chiesto utilizzando il verbo mangiare: occorre mangiare di Cristo per vivere di Lui! E questo, al di là dell’immagine è indigesto anche solo come concetto.
O ci mettiamo nell’ottica di quello che abbiamo visto e incontrato oppure il pericolo è quello di considerare da soli l’impegno della sequela, che così risulta impossibile e davvero troppo dura per le nostre povere forze.
O si cammina guardando Lui o ci si perde.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

«La preoccupazione dell’uomo e del suo destino deve sempre costituire l’interesse principale di tutti gli sforzi tecnici; non dimenticatelo mai, in mezzo ai vostri diagrammi e alla vostre equazioni».

Si tratta delle parole di A. Einstein che chiudono il dodicesimo capitolo del “Senso religioso”. Il punto che mi pare da custodire in questo richiamo è la questione del fare ricerca partendo dalla domanda sul proprio destino: siamo al lavoro per conoscere, per scoprire ma soprattutto per stare davanti al mistero che fa la nostra vita.
Una reale passione per la ricerca nasce solo da questa passione alla vita, al suo significato. Altrimenti la ricerca è solo un pallino che alcuni hanno e altri no mentre la realtà è che chi ha passione per sé ha passione per ogni conoscenza, per la verità di ogni cosa.


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *