Martedì 18 febbraio 2025

Ogni tanto, per Grazia di Dio, capita.

Sono andato a letto con la testa vuota, tra le cose che non si possono raccontare pubblicamente e quelle che mi pare di aver raccontato già mi sentivo come dentro una bolla; e spesso mi accade, ma poi la mattina mi alzo e “fresco” alla giornata mi vengono delle cose che avevo momentaneamente messo nel cassetto della memoria il giorno prima e che, per Grazia, tornano a sbucare fuori.

Questa mattina non è accaduto, complice qualche minuto di sonno in più, sono rimasto alcuni minuti davanti allo schermo del computer senza “partorire” nulla.

Così mi è venuto solo da chiedere quello che la liturgia ci propone come preghiera conclusiva della Messa in questi giorni:

In virtù del sacrificio che abbiamo celebrato, purificaci, o Dio, da ogni contaminazione del cuore e donaci desideri giusti perché tu li possa sempre esaudire.

Concedici, Signore, che possiamo avere desideri giusti!


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Il Signore Gesù con Pietro, Giacomo e Giovanni, arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo? ». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Vangelo secondo Marco 9,14-29.

Chiedere da quanto tempo quel povero ragazzo soffriva questa tortura è un gesto che rende “umano” il miracolo; Gesù non vince a mani basse, senza in qualche modo entrare nella vita delle persone, c’è sempre un tratto che dice la sua partecipazione alla fatica, al dolore e alla sofferenza degli uomini. Quella domanda non è quindi curiosità ma reale partecipazione. Gesù opera il miracolo perchè partecipa della sofferenza e della fatica dell’uomo.

Secondo: “credo, aiuta la mia incredulità” potrebbe diventare una giaculatoria da ripetere spesso nelle nostre giornate, perchè ogni spazio della vita possa essere riempito dalla Sua presenza. Noi diciamo sì a Gesù solo quando ne siamo bisognosi e coscienti, avere in mente questo per quelle brevi parole è solo una Grazia e un aiuto.

I demòni si scacciano con la preghiera. Se vogliamo vincere tutto il male che c’è nella nostra vita dobbiamo imparare a chiedere sempre; la preghiera è la miglior cura che possiamo avere di noi stessi. E, a scanso di equivoci, non mi pare di essere diventato uno “spiritualista”.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

3. Negazione irrazionale

 Analogamente non sarebbe umano affrontare la realtà del mondo, arrestando la capacità umana di addentrarsi alla ricerca d’altro, così come in quanto uomini si è sollecitati dalla presenza delle cose. Sarebbe questo, come già detto, l’atteggiamento positivista: il blocco totale dell’umano.

Oggi purtroppo accade sempre più spesso che le cose vadano proprio in questo modo: tutto ciò che sempre più spesso accade è che le cose siano considerate solo per come appaiono, se sei triste è perché la vita è triste, se fai fatica è perché le cose non vanno, se invece sei contento è perché sei fortunato e bravo. Andare oltre l’apparenza ormai è una cosa considerata quasi inutile e leziosa. Ma così continueremo a fingere di non poter dare retta alle urla di chi intorno a noi grida “a-i-u-t-o”; continueremo a pensare che, anche volendo, noi non ci possiamo fare nulla.


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *