Martedì 21 gennaio 2025

Ieri hanno smontato il presepio che avevamo in chiesa; la cura e la precisione di un lavoro costato giorni e giorni è finita in alcune ore in cui tutto è stato riposto. Da un anno all’altro. In attesa che venga di nuovo il momento di allestire la scena più cara ai cristiani.

Ve li immaginate i discorsi tra le statuine del presepe, riposte nella carta e nella plastica? Da principio con quale foga si racconteranno di ciò che hanno visto in questo mese di pubblica esposizione: di quella persona che pregava, di quella che era solo curiosa e voleva vedere se quest’anno la scena era disposta diversamente dall’anno precedente, e poi certamente si racconteranno di quella famiglia che ha pregato insieme davanti a Gesù bambino,  fino all’arrivo dei Magi che, nel loro splendore, avevano suscitato qualche altro sguardo; poi pian piano credo che anche loro non avranno più molto da dirsi. Ma il compito, le statuine del presepe, lo hanno assolto: fermare le persone, anche per un solo istante, davanti al fatto più grande e misterioso della storia: l’Incarnazione.

Anche tra statuine però accade come accade per tutti e per tutto: pian piano ci si abitua e non ci si aspetta più nulla, non si ha più nulla da dire. Semplicemente si aspetta che accada un altro Natale, un altro presepio, un altro fatto. Un pò come si rischia di aspettare la nuova puntata di una serie televisiva. Così il prossimo avvento le statuine andranno liberate dal silenzio e da qualche granello di polvere.

Ma il punto sta proprio qui. C’è Qualcuno che cede al nostro cuore e torna a darci quel desiderio, quasi inconscio, di una novità che smuova. Quel desiderio è già un dono, è la promessa di una risposta.  

 


dalla liturgia ambrosiana:


In quel tempo.
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma il Signore Gesù li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Vangelo secondo Marco 3,22-30.

Solito. A pensare male, a mettere in dubbio, abbiamo una facilità estrema; non occorrono nè ragioni nè alcun tipo di impegno: quello che serve, come agli scribi in questo episodio, è la voglia di non cambiare nulla. Si parte con il dubbio per preservare intatta la propria posizione.

E Gesù cosa fa? Prende sul serio quella osservazione e fa un lavoro: verifica se quello che viene detto è plausibile per la ragione; non contrappone agli scribi le sue ragioni ma chiede loro di compiere sino alle conseguenze il loro procedere logico, e così li porta a riconsocere che si tratta di un’osservazione sbagliata.

Credo che questo serva anche a noi, che spesso ci lasciamo prendere da mille dubbi: proviamo ad andare sino in fondo a ciò che ci capita di pensare, vedremo come la risposta della ragione, la logica dei fatti e non dei pensieri ci porta a conseguenze reali, e magari nemmeno nostre.

La memoria di Agnese (dal greco agné, cioè casta) è attestata dal calendario romano più antico, del 354, e dagli antichi sacramentari romani. Inoltre si hanno su di lei numerose testimonianze di grandi Padri, come Ambrogio (che ne descrisse la passione e compose un inno in suo onore), Prudenzio, Girolamo e Agostino. Secondo la tradizione latina, Agnese sarebbe stata una giovinetta martirizzata sulla via Nomentana per la sua testimonianza eroica, dopo vari tormenti. È stata considerata una delle più illustri martiri della Chiesa, meritando di essere iscritta nel Canone romano, la principale preghiera eucaristica della Chiesa. È anche nota per una tradizione che continua ai nostri giorni, collegata al conferimento del pallio, da parte del Papa, ai metropoliti.
I canonici di S. Giovanni in Laterano, che servono la basilica di S. Agnese, benedicono ogni anno due bianchi agnelli nel giorno natalizio della santa; con la loro lana vengono confezionati i pallii, che il Papa dona agli arcivescovi per indicare che anch’essi, come Agnese, devono essere pronti a dare la vita per la Chiesa, sposa di Cristo.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

3. Realtà «provvidenziale»

Il contenuto delle religioni più antiche coincide con questa esperienza di possibilità della realtà «provvidenziale». … Queste sono le tracce del discorso originale di ogni religione antica: il senso del divino come provvidenza.


Proprio di questo abbiamo bisogno; davanti all’apparente affermarsi del male dobbiamo tornare a riconoscere che stare alla realtà porta a un “dato” che grida per noi la parola provvidenza: c’è un destino buono dentro la vita, anche quando a noi pare che tutto porti altrove. Ma se c’è qualcuno che ha regalato noi a noi stessi perchè l’avrebbe fatto se non per un bene?

Avere altre ipotesi è sempre possibile ma credo che siano logicamente meno stabili dell’ipotesi di un Dio che ama la nostra vita.


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