Domenica sera un messaggio, con allegate delle bellissime foto, mi testimoniava che in tre grandi chiese parigine c’erano, letteralmente: “un clima di grande devozione, un assoluto silenzio e la presenza numerosa di giovani”.
Mentre in un video incontro del Meeting la moderatrice riprendeva la frase scritta dal padre di un giovane soldato ebreo ucciso nell’attacco del 7 ottobre: “Solo di notte si possono vedere le stelle”, per ridare a tutti i presenti l’idea della positività della realtà, anche della più barbara.
E mi colpiva anche che, sempre a Rimini, a dare ragione del tema di quest’anno: “nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi” sia stato chiamato un monaco mons. Erik Varden, vescovo in Norvegia; come a ribadire che la novità non è una cosa diversa, nuova, ma piuttosto una cosa che c’è e che si vive ora. La vera novità su cui costruire la vita è una presenza presente. E chi vive di questo può davvero indicare la strada a tutti noi.
Racconto questi mini fatti perché ieri, anche negli incontri personali che ho fatto, mi è tornato evidente e appassionato il desiderio di dire a tutti che sta a noi la scelta decisiva di decidere dove guardare: o a Cristo come sommo bene, oppure la notte nera che sembra a volte circondare, se non la nostra vita personale, il mondo.
dalla liturgia ambrosiana:
Martedì della domenica che precede il martirio del PRECURSORE
In quel tempo. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Vangelo secondo Luca 3, 15-18.
Giovanni è uno che ha coscienza di sé e non cede a ciò che pensano, o sperano, di lui gli altri. Lui sa che usa della semplice acqua per invitare al pentimento e a cambiare vita, e soprattutto sa che, per cambiare il cuore e la vita delle persone, occorre qualcosa di molto più forte e potente dell’acqua, e del suo esempio.
Metto in luce questa sottolineatura perché vedo un grande equivoco: il pensare che guardare qualcuno di “bravo”, a fare qualsiasi cosa, ci renda di fatto, automaticamente “bravi”. Saremo anche tutti esperti di calcio, ma se non ci hai mai giocato davvero non puoi sapere che cosa significhi correre avanti e indietro per novanta minuti. La santità ci è data non per chiudere il discorso ma per iniziarlo: se Giovanni ha questa coscienza di sé, io dove posso impararla, come posso imitarlo?
In questo brano Giovanni sa bene di cosa c’è effettivamente bisogno perché possa accadere la salvezza e questo guarda, senza fare nessuno sconto, nemmeno agli amici che lo ascoltano, noi siamo così liberi nell’indicare Gesù come la sola via di salvezza?
buon martedì,
donC
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