Il pettirosso sa dov’è la sua casa.
Ieri mattina presto ho rivisto “il mio” pettirosso, solitamente passava l’inverno nascosto dentro i grandi oleandri davanti alla chiesa di san Pio; la mattina presto quando aprivo la chiesa spesso mi capitava di vederlo, ma quest’anno il poveretto non ha più trovato le sue piante … e io non l’ho più visto, e francamente, mi mancava quell’uccelletto simpatico e curioso.
Ieri mattina però l’ho intravisto svolazzare dentro il salone dell’oratorio, aperto dal signore delle pulizie, e come l’ho visto ha preso il porteone aperto e se ne è andato. Credo fosse per dirmi che tornava a casa sua, anche se non ho capito dove si fosse rifugiato a svernare senza le sue solite piante.
Se va bene, quel piccolo animale era sceso dai boschi montani delle alpi per svernare al caldo delle città, ma ora doveva tornare a casa per costruire il nido e poter covare le sue uova.
il pettirosso si comporta esattamente come uno che sa dove è la sua casa, e non gli importa dove sia più comodo: per i suoi nascituri vuole la calma e il silenzio del bosco.
Si può svernare e sopravvivere ma, che lo si voglia o no, per generare occorre una casa.
dalla liturgia ambrosiana:
Martedì della V° di QUARESIMA
In quel tempo.
Vangelo secondo Giovanni 6,63b-71.
Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.
Potremmo anche andarcene, ma dopo aver sperimentato quello che abbiamo incontrato sarebbe sciocco andare davvero via, sarebbe un andare contro sé stessi, contro la propria vera convenienza.
Se le parole di Cristo sono spirito e sono vita andarsene è proprio una sciocchezza abissale, è volersi fare del male.
E allora perché tanti se ne vanno?
O perché non hanno davvero incontrato Gesù come datore di vita, oppure perché dire di sì a quell’amicizia è un vero sacrificio di sé. Nell’uno e nell’altro caso siamo di fronte a una grande occasione persa per una mancanza d’amore: solo chi ama si butta tutto nel bene che ha davanti.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 12
L’avventura dell’interpretazione
- Il fattore libertà di fronte all’enigma ultimo
Finora abbiamo giocato il fattore ragione, coscienza; ora dobbiamo affrontare il fattore libertà.
L’uomo come essere libero non può arrivare al suo compimento, non può arrivare al suo destino se non attraverso la sua libertà.
Il lavoro della ragione è così serio e così serrato che aderirvi è un passo della libertà, perché abbracciare tutte le conseguenze del corretto uso della ragione spalanca al mistero, il quale, a sua volta, ha bisogno dell’assenso della nostra libertà.
E quante volte l’uomo, per non accogliere su di sè il peso della ragione e dei suoi passi decide di buttare tutto; un po come farà Giuda nel mercoledì del tradimento.
Buona giornata,
donC
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