Mercoledì 11 giugno 2025

Mi avevano “blindatoi” domenica sera dopo la Messa delle 19, la “propostona” era quella di portare la Comunione a una loro amica.
Ma loro sapevano che mi stavano fregando, ma io no.
Ieri pomeriggio mi sono quindi recato all’appuntamento per conoscere l’amica che desiderava avere la Comunione; e mi sono trovato una donna malata da anni e completamente immobile su una sedia, senza possibilità di parola ma con due occhi incredibilmente vivaci, così vivaci da far passare di lì tutta la vivacità e la vitalità di quella giovane donna.

Venendo via, mentre tornavo a casa, due sono le osservazioni che facevo e che, in modo diverso ma vero, mi colpivano: come si può essere così sfacciatamente lieti dentro una malattia che ti porta a morire a poco a poco? Quegli occhi e il sorriso non sono mai venuti meno, eppure la mia nuova amica avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per essere triste o arrabbiata. Cosa ha scelto di guardare per essere così?
La seconda osservazione che facevo è altrettanto evidente: chi come me, o più di me, ha la fortuna di incontri quotidiani che possano richiamare alla verità della vita? Essere richiamato alla bellezza di ciò che mi è dato è una grazia che passa attraverso i volti di coloro che quotidianamente incontro.

Tornando in bici fischiettavo contento della cura che Dio ha per me.


dalla liturgia ambrosiana:

Barnaba significa “figlio della consolazione”, un uomo dunque capace di confortare i fratelli: già in tale appellativo è detto il tratto fondamentale della personalità di questo cristiano della prima ora, di nome Giuseppe, di cui ci parlano gli Atti degli Apostoli e lo stesso Paolo, un uomo che, per il ruolo importante che svolse nella diffusione del Vangelo, ha meritato il titolo di “apostolo”. Nativo di Cipro, levita, entrando nella comunità cristiana, mostrò subito di comprendere le esigenze radicali di chi si pone alla sequela di Cristo; si spogliò infatti di tutti i suoi beni e li mise a disposizione degli apostoli. Nell’elogio che troviamo nel libro degli Atti (11,24) si parla di lui come di “un uomo virtuoso, pieno di Spirito Santo e di fede”. E appunto alla luce dello Spirito comprese che i pagani potevano entrare nella Chiesa all’unica condizione che credessero in Gesù Cristo. Insieme a Paolo, che lui stesso presentò agli apostoli, si dedicò per oltre un anno all’evangelizzazione di Antiochia, dove i seguaci di Cristo furono detti per la prima volta cristiani. Con Paolo affrontò le fatiche e i rischi del primo viaggio missionario; poi, per dissensi intercorsi con l’apostolo delle genti, si separò da lui e fece ritorno a Cipro, con suo cugino Giovanni Marco, il futuro evangelista. Dopo aver predicato il Vangelo a Roma e a Milano, secondo la tradizione, si recò a Salamina, dove morì martire intorno all’anno 63.

In quel tempo.
Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico, nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

Vangelo secondo Matteo 10,7-15.

La festa dell’apostolo Barnaba, è una vera consolazione: un uomo che non ha vissuto con Gesù rende evidente a tutti la sua sequela alla compagnia degli apostoli ma anche la sua capacità di fare un passo in più: è uno che “strada facendo” incontra tutti e a tutti propone Gesù.
Nello stesso tempo è pronto a difendere il suo incontro anche prendendo una strada diversa dagli altri apostoli e da Paolo stesso, che lui aveva portato alla Chiesa. Và per la sua strada con la consapevolezza che il solo punto di verifica è ciò che a Lui è accaduto di vivere incontrando la fede e Gesù, resta la Comunione con gli altri e con Paolo ma prendendo strade diverse.
La passione missionaria è il punto di Comunione vera e reale.

A noi urge annunciare che Cristo è la nostra personale salvezza?


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

3. L’esperienza del rischio

Il senso del rischio si realizza nella misura in cui l’oggetto interessa il significato della propria esistenza. Quanto più una cosa interessa il significato del vivere, tanto più l’esperienza di questa divisione irrazionale è possibile.

Il dover rischiare la propria posizione è un passo che spesso le persone fanno davvero fatica a compiere. Spesso incontro persone che alla fine dei loro racconti sembrano avere una sola domanda chiara: che cosa devo fare? E la questione è liberarsi della fatica del dover decidere.
Ma il bene mio lo conosco solo io, nessun altro può guardare le cose al mio posto.


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