Mercoledì 15 gennaio 2025

Ieri a pranzo è accaduta una cosa grande, ci siamo trovati con una quindicina di professori e altrettanti studenti, per lavorare insieme su ciò che ci porta a stare in università con una speranza. Come sempre in queste occasioni c’è stato bisogno di intendersi sul passo e sul metodo del lavoro, ma una volta creato il luogo di lavoro adatto sono partite subito le questioni: da una parte un prof che diceva che lui ha bisogno di un rapporto per insegnare alla studentessa che diceva che basta esserci per capire se chi ti insegna comunica solo nozioni o anche una passione.

Tutto questo mi ha molto colpito perché quel dialogo è stato come lo spalancarsi di una possibilità desiderata: dentro le modalità proprie di ciascuno è accaduto un riconoscimento e quindi una posizione di speranza che sarebbe bello diventasse per tutti. Ma su questo lavoreremo i prossimi martedì.

Ho scelto di raccontare questa cosa perché mi pare possa essere guardata come una possibilità per tutti, tutti infatti hanno il compito di cominciare a cambiare il mondo mettendo innanzitutto in gioco il loro cuore, quello che sono e che cercano. E’ questa la speranza che possiamo portare.

Tu a chi racconti di te?


dalla liturgia ambrosiana:


In quel tempo.
A Cafàrnao, il Signore Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Vangelo secondo Marco 1,21-34

Forse l’hai sentita così tante volte che, come me, rischi di non farci caso: “un insegnamento nuovo”, quello di Gesù è un insegnamento nuovo; e io capita che viva come se sapessi già ciò che vuole dire, ciò che vuole raccontare, con la saccenza dei farisei, che come potete notare, qui ancora non ci sono e che compariranno poco più avanti.

Ma cosa significa che l’insegnamento di Gesù è nuovo, cosa c’è di nuovo in una ripetizione e in parole che non cambiano? Qui si capisce che solo il Mistero, presente in quelle parole, può “riempire” continuamente di nuovo significato ciascuna di esse. Se leggiamo la parola di Dio come parola presto non ha più nulla da dire ma se leggiamo la parola di Dio attraverso la persona di Gesù allora il Mistero comincia a fiorire dentro noi.

Solo davanti al Figlio di Dio siamo capaci di andare oltre le parole.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

1. Lo stupore della “presenza”

    La prima originale intuizione, è quindi, lo stupore del dato e dell’io come parte di questo dato, esistente. Prima vieni colpito e poi ti accorgi di te che sei colpito. E’ da qui che s’origina il concetto della vita come dono, in mancanza del quale non possiamo usare delle cose senza inaridirle.


Prima vieni colpito e poi ti accorgi di te che sei colpito. Quindi prima viene il rapporto con la realtà, con i fatti, e poi viene la presa di coscienza di sè, e questo credo sia proprio il metodo che Dio ha inventato perché si possa giungere con stupore davanti al fatto che la nostra esistenza è davvero una meraviglia sempre: ciò che accade ha lo scopo di mostrare ciò che siamo. il tramonto o l’alba più belli sono perchè io prenda coscienza di me! Di quanto devo essere amato perchè il buon Dio abbia messo in gioco colori così!


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