Guardando una testimonianza video di Mariella Carlotti su youtube mi ha colpito davvero una frase che lei ha detto; raccontava di don Giussani che le aveva chiesto di cambiare completamente la sua vita e di fare una cosa che a lei pareva irragionevole, a fronte di quella apparente insensatezza aveva iniziato a sollevare tutte le sue obiezioni, in breve ne scrisse ben dieci, e nell’incontro successivo iniziò a snocciolare al sacerdote amico tutte le sue riflessioni; finché non accadde che lui la fermasse per dirle che la questione non era nella logicità della proposta ma, piuttosto, nello sguardo di chi le proponeva la cosa.
Come è vero! Noi valutiamo sempre con estrema attenzione tutte le proposte che riceviamo, come se fossimo solo noi a conoscere e a desiderare il nostro bene, e mai e poi mai prendiamo in considerazione, piuttosto che la proposta, colui che quella proposta ce la fa.
Credo che in fondo sia ancora una questione di fede: è difficile fidarsi di Gesù quando ci chiede delle cose scomode; eppure quelle richieste sono il segno di un amore vero e reale alla nostra vita, un amore che conosce il nostro bene molto meglio di quello che possiamo conoscere noi.
Chiediamo di saper imparare a guardare a chi ci fa le proposte e a riconoscere se ci possiamo fidare, anche quando non capiamo e ci verrebbe da ribellarci.
dalla liturgia ambrosiana:
Mercoledì della V° domenica dopo PENTECOSTE
In quel tempo. Andarono dal Signore Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Vangelo secondo Luca 8,19-21.
Chissà come la prenderebbe qualche genitore che conosco se si sentisse dire da un figlio qualcosa di simile a ciò che ha risposto Gesù: “Mia madre e i miei fratelli sono coloro che vivono l’esperienza che vivo io”. In fondo quello del possesso, come derivazione dell’amore, è un pericolo che tutti corriamo.
Mentre il compito della vita è appartenere alla circostanza che ci è data per dire il nostro sì.
Questo ci porta al succo della questione: amare davvero è qualità di chi ama il destino della persona. Ogni altra forma di amore è un possesso che nel tempo inaridisce e fa morire ogni rapporto.
A chi vive dicendo sì è data la grazia di un amore che si rinnova sempre.
Chi è, oggi, per te madre e fratelli?

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 14
L’energia della ragione
tende a entrare nell’ignoto
5. Idoli
Nella misura in cui gli idoli sono esaltati l’umano viene meno. E’ l’abolizione della persona, della responsabilità dell’umano. Tutta la colpa sarebbe della struttura: l’idolo oscura l’orizzonte dello sguardo e altera la forma delle cose.
La cosa che mi colpisce è che gli idoli li facciamo noi, ce li inventiamo come simulacri della verità e poi permettiamo che siano loro a dominarci, ad asservirci. Come accade nella logica del potere.
Ricordate che cosa ci permette di non avere idoli nella vita? Le “puntate precedenti” ci hanno richiamato ad un uso corretto della ragione.
Buona giornata,
donC
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