Sfido io!
Ieri sera, il prima e dopo cena sono stati segni assoluti.
Prima è arrivata una coppia, amici di amici e di cui ora nemmeno ricordo i nomi, li dovrei ricercare, che dopo alcuni mesi di convivenza hanno deciso di mettersi a capire cosa significhi sposarsi; uno dei due nemmeno crede, ma non ci ho messo troppo a far riconoscere a entrambe che quel vivere insieme non esaurisce, ma amplifica, il desiderio di poter dare tutto per l’altro.
A cena avevo invece una dozzina di ragazzi, accoglievamo e cominciavamo a conoscere una loro coetanea che mi ha chiesto il Battesimo. Una ragazza che, lucidissima, ci ha raccontato di sè, della sua ricerca solitaria e della grande domanda che l’ha spinta a iniziare a studiare da sola la Bibbia. Una cena semplice e tranquilla dove ciò che è emerso è che occorrono delle ragioni serie per dire di sì a Gesù, per impegnarsi a stare con Lui. Il desiderio senza regola presto si arena su sé stesso.
Dicevo iniziando: sfido io, perché andando a dormire mi ritrovavo nelle posizioni che hanno portato quegli amici a fare un passo: il desiderio di dare tutto e il bisogno di dare un nome a quella tensione che anima la vita.
Io certe volte me ne posso anche scordare, ma quei ragazzi mi rimettono sempre e subito di fronte a quel desiderio.
dalla liturgia ambrosiana:
Mercoledì della V° di QUARESIMA
In quel tempo.
Vangelo secondo Luca 18,31-34.
Il Signore Gesù prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
Gerusalemme, in Luca, è il punto di arrivo, il luogo dove tutto si compie. I discepoli sapevano che stava per accadere qualcosa di mirabile ma non capivano la disfatta, la morte, la solitudine, per loro esisteva solo la gloria vittoriosa che avevano visto nei miracoli e nella compagnia con Gesù: per loro la vittoria era già accaduta, era l’incontro con Lui.
Per Gesù la vittoria è invece il vincere tutto, l’abbracciare tutto della vita, anche il rifiuto e la violenza; Gesù non si accontenta di conquistare il nostro cuore, non vuole vincere solo una battaglia, vuole che il nostro cuore sia per sempre suo.
E se anche noi non cominciamo a desiderare tutto continueremo a non capire che cosa c’entrino la malattia e la morte con la vittoria di Cristo.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 12
L’avventura dell’interpretazione
- Il fattore libertà di fronte all’enigma ultimo
E’ attraverso la mia libertà che il destino, il fine, lo scopo, l’oggetto ultimo può diventare risposta a me. Non sarebbe umano un compimento dell’uomo, non sarebbe compimento dell’essere umano, se non fosse libero.
Il Destino bussa alle porte della mia vita ma poi spetta a me decidere cosa davvero mi interessa e compie. Solo chi si concepisce in ricerca, desideroso di una pienezza definitiva, mette in gioco tutta la propria libertà e si trova a desiderare che l’avvenimento dell’incontro prenda tutto.
Accade così che il compimento, la rivelazione del Mistero alla nostra vita, si sottomette alla nostra libertà, alla nostra disponibilità a stare davanti al nostro cuore.
Buon mercoledì,
donC
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