Capita durante la Messa di distrarsi: qualche volta per pensieri che nulla hanno a che fare con il gesto, altre volte per la stanchezza o la ripetitività, ma alcune volte capita di distrarsi per la meraviglia e la commozione di certe espressioni o di certe preghiere.
E’ accaduto anche ieri quasi alla fine della celebrazione: la preghiera finale era di una bellezza e semplcità che mi hanno lasciato per un istante senza parole, avrei voluto fermare tutti e riprendere quelle parole:
I vincoli tenaci del tuo amore, o Padre,
trattengano in noi Cristo per sempre;
donaci di trovare ogni nostro bene in lui,
che vive e regna nei secoli dei secoli.
Avrei da commentare ogni singola riga di questo testo, mi fermo solo a dire che davvero queste parole contengono molto più di tanti libri di teologia e spiritualità, e io mi trovo a chiedere di poter imparare a pregare con tanta confidenza e tanta forza.
Per oggi “solo” questo.
dalla liturgia ambrosiana:
Giovedì della V° domenica dopo PENTECOSTE
In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.
Vangelo secondo Luca 8,26-33.
“Legione” è il figlio che tutti noi partoriamo continuamente: abbiamo la vita costantemente riempita di pulsioni, tentazioni e miserie che ci spingono ad “accontentarci” della convivenza in un corpo che ci lasci tranquilli, foss’anche il corpo di una quieta mandria di porcelli!
Il punto curioso è che i demoni non sono per nulla felici della ipotesi di andare a casa loro, l’abisso, perché l’abisso è il luogo della perfetta agitazione, mentre anche loro, poveretti, desiderano la tranquillità e la pace del regno di Dio.
Ma perché i porci si gettano nel dirupo? Perché sono animali impuri e non sono consci della loro dignità di creature e quindi non capiscono il valore della vita, si buttano per evitare di soffrire, …

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 14
L’energia della ragione
tende a entrare nell’ignoto
7. Dinamiche di identificazione dell’idolo
L’uomo realizzerà l’identificazione del Dio con l’idolo, scegliendo qualcosa, come abbiamo già visto, che capisce lui: perché qui è il peccato originale, la pretesa di identificare il significato totale con qualcosa che l’uomo comprende. E’ come se l’uomo sostenesse: «Ciò che c’è è dimostrabile dall’uomo, ciò che non è dimostrabile dall’uomo non c’è».
La questione è tanto importante quanto immediatamente comprensibile: non è la ragione la misura delle cose ma l’uomo fa di sè la misura delle cose. Come è vero che stiamo di fronte alla realtà nella misura in cui corrisponde a ciò che abbiamo deciso e non siamo disposti a cedere nemmeno un millimetro di noi stessi all’imprevisto, o a un bene non fissato da noi.
Credo che sia questo il motivo della fatica a stare alla “realtà”, è una misura che è diversa da quella dell’io, una misura che chiede continuamente la possibilità di altro per poter dare ragione di sé stessa.
Buon venerdì,
donC
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