Ieri mattina sentivo in auto il recente podcast di don Giussani sui brani di vangelo, ero arrivato al momento in cui Gesù dichiara pubblicamente di essere il Figlio di Dio.
Don Giussani insiste molto sul fatto che Gesù dice ciò che dice perché amici e nemici avevano ormai preso la loro posizione nei suoi confronti; infatti tra le altre cose afferma che se avesse detto prima che era Dio, scribi e farisei gli avrebbero messo addosso la veste bianca che di solito si imponeva ai pazzi per indicare la loro condizione. Svilendo di fatto il suo annuncio.
Mi colpiva perché la cosa mi ha fatto pensare dapprima alla veste bianca che si mette ai neo battezzati. I nuovi figli di Dio vestiti come pazzi reietti dal mondo.
E poi mi sono venuti alla mente gli jurodivyj, in russo sono i “pazzi per Cristo” (anche se mi hanno detto che letteralmente significa “abortiti”), una forma ascetica che per amore di Gesù portava a una libertà totale verso tutto, erano personaggi spesso eccessivi che volevano vivere solo di Cristo e avevano in disprezzo tutto il resto.
Un amore a Cristo che spesso veniva scoperto solo dopo la loro morte. E che ha generato diversi santi.
La totale radicalità mi ha sempre affascinato perché anch’io sono figlio del mio tempo e c’è sempre qualcosa cui sono attaccato e che non mi lascia libero davvero.
Però come sarebbe bello se la veste bianca che tutti abbiamo ricevuto divenisse il segno del nostro folle amore per Gesù!
In fondo credo non si debba mai dimenticare che il Primo vero folle è quello che ha dato la sua vita sulla croce.
dalla liturgia ambrosiana:
Venerdì della settimana dopo la Dedicazione
Vangelo secondo Luca (8,1-3.)
In quel tempo. Il Signore Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
La notizia non è neutra, è buona. E noi tutti abbiamo bisogno di ricordarcene: quello che Gesù porta al mondo è l’annuncio di un positivo di cui tutto il mondo ha bisogno. Per questo diciamo che il mondo ha bisogno almeno di ascoltare l’annuncio di Cristo.
E come è bello che la compagnia di Gesù non sia solo dei dodici che ha scelto ma anche di tutti coloro che vogliono seguirlo mettendosi a servire quell’incontro. Alcuni hanno una responsabilità ma tutti possono essere costruttori di quella compagnia.
Scuola di Comunità
Giornata di inizio anno
21 settembre 2024
CHIAMATI cioè MANDATI,
l’inizio della MISSIONE
3. La presenza:
giudizio e cultura nuova
L’avventura del giudizio, della cultura, appartiene infatti alla testimonianza cristiana, è una dimensione irrinunciabile della nostra esperienza e della nostra presenza nel mondo. Il suo porsi può suscitare opposizione, può provocare incomprensione, ma può anche diventare occasione di incontro per tanti, offrire una prospettiva e una strada al loro cuore ferito e assetato – come il nostro – della “diversità”, della bellezza di Cristo, della speranza che è Cristo.
La dimensione dell’incontro mi pare sia decisiva per non concepire la cultura come una sorta di baluardo di difesa contro il male del mondo. Come cristiani non possiamo che essere desiderosi di poter manifestare a tutti la bellezza dell’incontro e della compagnia di Gesù, per questo ci sforziamo di mostrare a tutti che davvero la Sua amicizia cambia il modo di vivere e lo rende più umano.
La dimensione dell’incontro mi pare sia decisiva per non concepire la cultura come una sorta di baluardo di difesa contro il male del mondo. Come cristiani non possiamo che essere desiderosi di poter manifestare a tutti la bellezza dell’incontro e della compagnia di Gesù, per questo ci sforziamo di mostrare a tutti che davvero la Sua amicizia cambia il modo di vivere e lo rende più umano.
La Sua presenza nella nostra vita, che abbraccia e cambia ogni momento della giornata, ci rende uomini e donne di cultura.