Venerdì 30 maggio 2025

Novena.
Per undici, e, se ce li dona Dio stesso, dobbiamo farceli bastare.
Questo è il numero dei seminaristi che il prossimo 7 giugno saranno ordinati preti per la diocesi di Milano -sei milioni di cristiani-; se faccio un paragone tanto impietoso quanto datato, devo dire che nella mia tornata, antico 1987, eravamo 43.
Le esigenze sarebbero almeno di una cinquantina di preti l’anno, per restare in pari almeno con il saldo dei preti ordinati con i preti morti.
D’altra parte, dicevo, se il buon Dio questi ci manda, questi ci devono bastare.

Grazie a Dio la Chiesa non è fatta dai preti, ma da tutti quelli che si riuniscono nel Suo nome. E questo conta, e forse così lo impareremo: non è la quantità delle cose fatte che denota una comunità, quello che “segna” il Suo essere tra noi è la Sua stessa preferenza per ciascuno e il fatto di esserci.

D’altra parte è certamente segno di Dio il fatto che 11 ragazzi decidano di dare tutto per Gesù, per servire la Chiesa. Che cosa consente a loro di dare tutto mentre io mi tengo strette le mie quattro cose?
Che cosa rende affascinante il loro gesto?

Il punto non è fare il prete, il punto è scegliere di amare totalmente.
Preghiamo per loro, e per noi.


dalla liturgia ambrosiana:

Giovanni Battista Montini è nato a Concesio (Brescia); compì gli studi fino alla licenza ginnasiale presso il collegio “Arici” dei padri Gesuiti a Brescia, per lunghi periodi come alunno esterno, causa la salute delicata e conseguì  la licenza liceale presso il Liceo classico statale “Arnaldo da Brescia”. Entrò poi nel Seminario di Brescia, e fu ordinato sacerdote nella cattedrale bresciana il 29 maggio 1920.
Indirizzato alla carriera diplomatica, ebbe numerosi incarichi di rilievo nella Curia Romana e fu assistente ecclesiastico degli universitari cattolici italiani. Diventato arcivescovo di Milano, compì il suo ingresso solenne il 6 gennaio 1955, impegnandosi ad ascoltare la società che cambiava e indicandole Dio come unico riferimento. Fu creato cardinale dal Papa Giovanni XXIII il 15 dicembre 1958.
Fu eletto Papa col nome di Paolo VI il 21 giugno 1963; suo immediato programma fu quello di portare a conclusione il Concilio Ecumenico Vaticano II aperto dal suo predecessore.
Fu importante e profonda la sua azione ecumenica, con proficui scambi e incontri con la Chiesa anglicana e la Chiesa ortodossa. Scrisse sette encicliche e compì nove viaggi apostolici fuori dall’Italia. L’ultimo periodo della sua vita fu segnato dalla contestazione ecclesiale, cui reagì con fortezza e carità, e dall’uccisione del suo amico, l’onorevole Aldo Moro.
Morì nella residenza pontificia di Castel Gandolfo il 6 agosto 1978. È stato beatificato da papa Francesco il 19 ottobre 2014. Lo stesso Pontefice ha riconosciuto, il 6 marzo 2018, il secondo miracolo valido per la canonizzazione.
La memoria liturgica di papa Montini cade il 26 settembre, giorno del suo compleanno, tranne per la diocesi di Milano, che la celebra il 30 maggio, anniversario della sua Prima Messa. I suoi resti mortali sono venerati nelle Grotte Vaticane sotto la Basilica di San Pietro a Roma.

In quel tempo.
Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Vangelo secondo Giovanni 14,27 31a.

La pace spesso viene confusa con l’assenza del conflitto, con una tranquillità che possa semplicemente permettere l’operosità mentre lo scopo della socialità è la costruzione di un mondo giusto ed equo. Siamo tutti interessati all’assenza dei conflitti ma quanti di noi sono interessati anche alle giusta distribuzione dei beni? Perché non è giusto che noi viviamo nell’abbondanza mentre ci sono milioni di persone, e non solo a Gaza, che muoiono di fame e sete.

Ma cosa appassiona un uomo alla pace e alla giustizia? Gesù ci indica il rapporto con Lui come un punto da cui partire per costruire, ma poi precisa che occorre che si sappia che “ama il Padre”, cioè che si muove nella vita guardando il Padre e la sua volontà.
So che la domanda ce la siamo già posta tante volte, ma credo non se ne possa fare a meno: io chi guardo nel muovermi? Guardando Gesù vedo anche il rapporto che lo costituisce oppure resto “inchiodato” al fascino del Nazareno? Perché se fossimo la seconda ipotesi sarebbe da tenere presente che il fascino non può reggere tutta la vita, la può accendere ma poi, per vivere nel tempo, occorre un lavoro, una ragione.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

2. Educazione a un atteggiamento di domanda

Tutti i “ma; se; però; forse …” con cui si cerca di intaccare la positività del processo di rapporto io-realtà, son fuoco di sbarramento, cortina fumogena per proteggere la ritirata dell’uomo dall’impegno con la realtà stessa.

Bella, e vera, l’immagine della cortina fumogena che copre la ritirata. Perché è così. Tutte le mie osservazioni nascono spesso dal tentativo di dire di no a una richiesta senza senza dirlo apertamente. Non sempre è così, applicheremmo uno schema riduttivo se considerassimo ogni osservazione come un’obiezione ma certamente spesso accade che “la ritirata” sia mascherata per non essere esplicita, per non essere occasione di rottura. Solo che questo, quando accade tra amici, ci indica che i rapporti non sono ancora così veri da essere realmente liberi.


Commenti

Una risposta a “Venerdì 30 maggio 2025”

  1. Carissimo Don Cesare, io non so più pregare perché ho permesso alle fatiche e dolori della vita di spegnere il fascino del Nazareno; ma so per esperienza che la preghiera, quella vera, può davvero fare molto. Quindi cercherò con tutte le mie forze di pregare bene per questi futuri sacerdoti in quanto indispensabili per proseguire la testimonianza del cristo: se io “Vivo” oggi è grazie ad uno di loro in particolare e poi a tutti quelli che il Signore mi ha fatto incontrare successivamente.
    Grazie!

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