Ieri, in un paio di occasioni, mi si è presentata gente al Confessionale dicendomi: “mi confesso per ricevere l’indulgenza del Giubileo”. Quasi come se la Confessione sia una sorta di F24 cattolico da pagare per poter essere a posto con le regole.
In effetti sono un pò preoccupato perché in questi giorni nessuno si è accorto che domenica è la domenica di Pentecoste: dopo Pasqua e Natale la festa più importante del calendario di un credente, il giorno in cui la Pasqua arriva al suo culmine e alle sue estreme conseguenze.
Ma a noi interessa “lucrare” l’indulgenza.
Non temete, non sono per nulla arrabbiato e nessuno mi ha pestato i calli, anzi, non c’è nulla di sbagliato nel confessarsi per avere l’indulgenza, credo solo che ci sia il pericolo di ridurre le cose.
La Confessione è un modo per ripartire, per rimettere il rapporto con Gesù davanti a tutto; se non c’è questo proposito di cambiamento si finisce nell’aspetto moralistico della questione. E poi, come puntualmente succede, ci si stufa.
Chiedere la grazia del dono dello Spirito Santo è il segno di chi vuole camminare guardando Gesù, per compiere ogni passo e per raggiungere ogni destinazione.
dalla liturgia ambrosiana:
Venerdì della VII settimana dopo PASQUA
In quel tempo.
Vangelo secondo Giovanni 16,5-11.
Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Ultimo giorno prima della vigilia e poi della festa di Pentecoste. Ormai la preoccupazione di Gesù è che si sappia vivere in autonomia quello che si è incontrato.
Gesù si stupisce del dolore e del blocco che i discepoli provano per l’annuncio della sua Ascensione ma in realtà quella reazione è molto umana e naturale: chi ami ti dice che se ne va e il dolore per l’annuncio prevale sopra ogni altra cosa.
Ma questo permette a Gesù di raccontare che viene donato ai credenti lo Spirito del Padre, il suo Cuore e il suo Amore, perchè i credenti possano vivere guardando una cosa reale, concreta e vera.
Di fronte alla fatica Gesù annuncia il Paraclito, l’avvocato che intercede per noi, garantendoci quindi una intercessione ma non la perfezione: il Paraclito ha il compito di portarci alla salvezza, a non essere devastati dai nostri limiti, ma la nostra piccolezza e infedeltà resta tutta. La Salvezza è una grazia garantita dal Cielo ma la santità è tutta da conquistare!

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 13
Educazione alla libertà
3. L’esperienza del rischio
(parlando dell’episodio del panico nell’attraversare una cengia, don Giussani dice:)
Non fu l’assenza di ragioni a bloccarmi; ma le ragioni erano come scritte nell’aria, non mi toccavano. …
Per cui uno vede le ragioni ma non si muove.
Quanto spesso vediamo le ragioni ma non ci muoviamo! Basti pensare a quante giravolte compiamo nei nostri letti nel tentativo di non alzarci, come invece le varie sveglie ci ricordano che dovremmo fare; abbiamo le ragioni ma ma non ci muoviamo.
La tentazione di evitarci il rischio e di vivere quieti è costantemente dietro l’angolo, quello che occorre dirsi è che ci occorre un cuore vivo per poter prendere in mano la scelta del rischio, e per poter chiedere aiuto …
Se la persona più cara ti aspetta sotto casa ti alzi eccome!
Buon fine settimana,
donC
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