Giovedì 12 giugno 2025

Ieri sera, dopo undici anni, ho fatto il mio ultimo viaggio con il compito di “seguire” la comunità di CL di Crema. Ci tornerò di sicuro, ma solo per incontrare degli amici.
Ho iniziato perchè mi è stato chiesto. E sono davvero grato a chi me lo ha chiesto; dicendomi che il mio compito era semplicemente quello di vivere con tutti quelli che desideravano dire il loro sì a Gesù; in fondo mi ha chiesto solo di fare il prete. E mi rendo conto solo oggi che questa domanda è stata un gesto di paternità per me.

Ecco dove sta il centuplo: dici sì alla realtà per come ti si presenta e ti trovi in dono decine di volti amici che non hai scelto tu.
Dobbiamo chiedere sempre la Grazia di avere il dono di un padre, che vede il cammino davanti a noi e che ci sa prendere sul serio, sfidandoci a un passo che noi nemmeno sapremmo immaginare.
Se c’è oggi un modo per cambiare il mondo, per fare la pace, per costruire una società più giusta, è incominciare a guardare la vita, nella sua durezza, come un dono fatto per un di più e non come una fregatura che abbatte la tua zona di comfort.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Quando fu vicino, alla vista della città, il Signore Gesù pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Vangelo secondo Luca 19,41-48.

La vista della città amata da Dio porta Gesù a piangere perchè non è stata capace di riconoscere la sua venuta. Gesù, non riconosciuto e quindi non accolto, piange; potrebbe fare mille cose, potrebbe anche solo imporre la sua evidenza, ma non lo fa. Rispetta la libertà di un uomo che vive di sé stesso, della propria incapacità a essere davvero intelligente.
Il punto è un altro: non saper riconoscere Cristo porta a non saper dare il valore giusto alle cose: il tempio diviene luogo di incontro tra gli uomini e non di incontro con Lui, con Dio. Oppure la crescente voglia dei capi e degli scribi di eliminarlo, frutto anch’essa del non saper riconoscere Lui.
Saper riconoscere la presenza di Gesù è la via per una moralità vera altrimenti tutto resta appiccicato alle nostre povere mani. E facciamo disastri.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

3. L’esperienza del rischio

C’è in natura un metodo che riesce a darci questa energia di libertà che ci fa superare, attraversare la paura del rischio. Per superare il baratro dei “ma” e dei “se” e dei “però” il metodo usato dalla natura è il fenomeno comunitario.

La via per vivere la paura del rischio è non essere soli. Sembra cosa evidente e scontata ma non credo affatto che lo sia perché sono un sacco le situazioni che noi viviamo e che viviamo in modo solitario.
Avere anche solo chiaro in mente questo giudizio di don Giussani è l’inizio di una condizione nuova.


Commenti

3 risposte a “Giovedì 12 giugno 2025”

  1. Che bello, e che gioia, incontrare uomini liberi! Grazie

  2. Caro don Cesare, i tuoi discorsi sono ‘alti’: chi potra’ seguirli e lasciarsi alle spalle la prporia confort zone? una zona forse ‘troppo comoda’ dove metterci tutto, persino gli amici…
    come libri nella libreria di casa.

    Ciao.

  3. Lodovica

    Non l’ho fatto ieri sera, ma ti ringrazio adesso per la tua paternità fedele, discreta, talvolta forse un po’ troppo, e certa. Sei stato un dono.

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