Giovedì 13 marzo 2025

Se non dico il rosario, se non sono al telefono, quando sono in auto ascolto podcast; ci sono poi giorni in cui, per stanchezza o per pensieri non faccio nessuna di quelle cose ma ascolto musica. Per questo ieri sera ascoltavo l’ultimo disco di Jovanotti, e, ad un certo punto, in una canzone di cui non ricordo nemmeno il titolo, dice: “siamo più di due metà”. Sul momento la cosa mi ha sorpreso perché è un’immagine che va contro a ciò che sempre si dice dell’amore; e nella sua originalità spalanca la porta al fatto che essere più dell’intero è difficile anche solo da immaginare senza mettere in gioco il Mistero.

Vedo tante coppie che, già dai primi anni di matrimonio, corrono il rischio di tenere ben distinte le cose, del tipo che potremmo dire così: “siamo due interi” che quindi non avrebbero bisogno di altro ma che si trovano uniti dall’amore, e poi dai figli e poi dalla vita che corre via. La vita copre e nasconde il bisogno perchè ciascuno ha dato tutto per compiere sé, dimenticando che il compimento era l’altro e non il tuo sforzo.

Per dire che “siamo più di due metà” dobbiamo riconoscere che innanzitutto siamo bisogno, siamo mancanti, posizione davvero disagevole se diviene il modo di guardare a sé per tutta la vita. E poi, lo abbiamo appena detto, quelle due metà unite danno un di più, un oltre, che spalanca all’infinito quell’amore che altrimenti sarebbe solo un tenero e sterile guardarsi negli occhi.

Dei vostri rapporti più veri, dei vostri amici, delle persone che amate, potete dire: “siamo più di due metà”?


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo.
Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Vangelo secondo Matteo 5,20-26

“Ha qualche cosa contro di te” non significa che ha ragione o ha torto, ma solo che ti viene contro. Per Gesù il problema non è chi ha ragione e chi ha torto, chi è corretto e chi sbaglia, il punto per Gesù è che non si può coltivare l’inimicizia. In questo senso credo di poter dire che anche la mancanza di benevolenza sia da considerare come un modo di “essere contro”.

In secondo luogo colpisce il fatto che Gesù non si rivolga genericamente alle persone ma piuttosto parli del rapporto tra fratelli; la questione qui è che se c’è un fatto naturale è che i fratelli siano le persone con cui è più facile, per tutti, lamentarsi e sbottare, perchè la familiarità e la convivenza che comporta mette a nudo molto di più le nostre fragilità e stanchezze. Se c’è un luogo ricco di pretese è proprio quello familiare perchè lì ci sitamo senza filtri con i nostri piccoli progetti e calcoli. Ma la familiarità tradita impedisce non il reciproco accordo, quello potrebbe anche continuare a non esserci, ma tocca e impedisce il rapporto con Dio. E questo è la negazione di sè.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

5. «Tu», segno supremo

 Uno sguardo all’impatto continuo della coscienza dell’uomo con la realtà che bloccasse la dinamica del segno, che arrestasse il rimando che costituisce il cuore dell’esperienza umana, compirebbe un assassinio dell’umano, frenerebbe indebitamente l’impeto di un dinamismo vivente.

Bloccare il rapporto con la realtà – segno è un assassinio. Non credo ci sia molto da commentare all’inizio di questo quinto paragrafo: se la realtà non è segno l’uomo non esiste più, è perso e schiacciato. Se l’uomo è fatto di esigenze e noi quelle esigenze le nascondiamo allora davvero soffochiamo l’uomo perchè gli facciamo mancare l’aria, ciò che lo fa respirare.

E quanto spesso questo avviene, intorno a noi e tra noi; basta guardare come il pensiero dominante sia proprio quello, non tanto di eliminare quanto di governare quelle che al paragrafo quattro abbiamo chiamato “la stoffa stessa della vita”: fisso io cosa sia felicità, verità, giustizia e amore e il gioco è fatto, l’uomo è al servizio di sé stesso, cioè del potere che determina le sue esigenze.


Commenti

2 risposte a “Giovedì 13 marzo 2025”

  1. Grazie! La canzone si chiama “senza se e senza ma”. Anche a me aveva colpito quella frase di tutta la canzone. Si vede tanto, in molte sue canzoni il suo amore, che sia per la moglie, la figlia o la vita.
    E prima di arrivare a questa frase dice anche “dove lo trovi un altro come me che ti ama come può e come sa, senza se e senza ma”. Secondo me è una bella lezione per vedere l’amore nell’ottica che ci suggerivi tu, vedendo che l’altra metà non solo mi completa ma mi da di più. E se io ho questa consapevolezza, e questo desiderio, allora è vero che non ci sono obiezioni, problemi, se e ma che reggano.

  2. Siamo piu’ di due meta’?

    La questione è tutta qui.

    Bellissimo.

    Nei rapporti, nelle relazione, nelle amicizie… in tutto.

    Perché è cosi difficile dare spazio al Tutto che ci compie?

    Grazie
    Ciao

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