Benedizioni, sempre benedizioni. Che grazia.
Ieri, tra mattino e pomeriggio, ho suonato qualcosa come 180 campanelli, in poco più di quattro ore.
E mi sono scoperto spesso desideroso e disponibile a fermarmi un momento, giusto due parole, ma è stato bello perchè a quel piccolo gesto di apertura spesso è corrisposto un desiderio di dialogo e di confidenza molto più grande del mio gesto di disponibilità, ma, ci sono sempre dei ma, anche incontri negativi e molto positivi:
Il primo con due ragazze, adolescenti o poco più, mi aprono e appena inizio a pregare scoppiano a ridere, dal nulla, allora mi fermo e aspetto un momento, poi riprendo ma continuano a sghignazzare tra loro, così ho preso la porta e me ne sono andato dicendo che non ero lì per giocare.
Poco dopo invece mi ha aperto la porta un signore alto una volta e mezza me, che mi dice in modo stentato che parla poco l’italiano ma che mi ringrazia di aver bussato alla sua casa e mentre lo fa si mette la mano al cuore, come ci si saluta tra credenti islamici, poi mi mette in mano una busta con la sua offerta. Non abbiamo pregato insieme ma quel suo gesto ci ha messo insieme come fratelli.
Così come la mattina mi aveva commosso una donna nelle case popolari che mi ha detto, testuale: “io prendo la pensione minima e non ho i soldi che ci vogliono per vivere, ma un’offerta per dire grazie di quello che ho è il modo più bello di spenderli”.
L’imprevedibilità di Gesù è proprio vera: Lo trovi dove non lo cerchi e non c’è dove penseresti di doverlo aspettare. Basta però esserci: ovvero suonare tutti i campanelli con il desiderio di vedere Lui che accade. E accade.
dalla liturgia ambrosiana:
Giovedì
della III°settimana di Avvento
In quel tempo. I farisei e i sadducei si avvicinarono per mettere alla prova il Signore Gesù e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò. Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.
Vangelo secondo Matteo, 16, 1-12.
Che qualcuno ci indichi la strada è sempre comodo e certamente d’aiuto; ma Gesù ci vuole grandi, capaci di riconoscere i segni della sua strada in mezzo alla vita che facciamo. E di questo sono grato perché sono davvero pochi quelli che mi amano così, fino a dirmi: “provaci”, con il pericolo che io possa sbagliare.
E per non sbagliare ed essere mal interpretato li lascia lì tutti, se ne va, accompagnando quindi i gesti alle parole.
Se vogliamo possiamo riconoscere qui l’origine del nostro non “vedere” Gesù, è perché ciascuno, anche nella fatica della prova, possa vedere dove è Lui, riconoscendone il bisogno ne possa rintracciare la Presenza.
E poi questa questione del pane, che mi pare sempre un giudizio durissimo: noi, che abbiamo incontrato il bene della vita, viviamo preoccupati di ciò che potremo o non potremo mangiare. Gesù aveva anche dato del pane a tutti, ma Lui, con quel gesto, voleva parlare agli uomini di altro, non voleva semplicemente saziare un vuoto.
Chiediamo che il nostro ricevere l’Eucarestia sia ricevere il cibo che dona la vita, che lancia dentro l’esistenza certi e coscienti di un bene.
Scuola di Comunità 2025/2026
Luigi GIUSSANI,
All’origine della pretesa cristiana
Premessa
Non è il ragionamento astratto che fa crescere, che allarga la mente, ma il trovare nell’umanità un momento di verità raggiunta e detta. E’ la grande inversione di metodo che segna il passaggio dal senso religioso alla fede: non è più un ricercare pieno di incognite, ma la sorpresa di un fatto accaduto nella storia degli uomini …
“Un fatto accaduto”, per questo dovremmo, nel nostro essere discepoli di Gesù, vivere affezionati e costantemente memori dell’incontro che ha preso la nostra vita; l’istante in cui ci ha preso per mano e condotto al luogo della più reale corrispondenza, il nostro cuore.
Buon giovedì,
donC

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