Martedì 8 luglio 2025

Perché fare le cose facili quando ce le possiamo complicare!
Ieri sono, finalmente, andato a cambiare le gomme dell’auto, sono passato anch’io da quelle invernali a quelle estive. Sono ormai certo infatti che nelle prossime settimane difficilmente nevicherà.
Solo che il mio gommista non sta a Milano; e il giochino del cambio gomme, con andare e venire, mi occupa quasi mezza giornata. Arrivo, lascio lì la macchina e torno dopo un’oretta, pago il dovuto e me ne torno a casa.

Ieri, pensando di avere portato con me il libro su cui volevo lavorare , mi sono trovato a non avere messo nulla di utile nello zainetto. Così ho dovuto usare quel tempo per fare silenzio: mi sono seduto nella chiesa parrocchiale e ho pregato.
Alla riconsegna dell’auto sono ripartito con la stazione radio che era sintonizzata, radio Maria, proprio mentre c’era la recita della coroncina della divina Misericordia. Era il degno epilogo di un momento prolungato di preghiera, nato da una distrazione e apparentemente condotto dal caso.

All’inizio di ogni decina si recita questa preghiera: Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Siamo proprio dei furbacchioni! Non avendo nulla da offrire, se non il nostro limite, offriamo al Padre ciò che abbiamo ricevuto da Lui, certi che così non potrà che piacergli!
L’offerta più grande non è di qualcosa di nostro!


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo. Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, il Signore Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Vangelo secondo Luca 7,1-10.

La fama delle opere e delle parole di Gesù comincia a precederlo: e così arriva anche in quella casa silenziosa e cupa per la prossima morte di un uomo. La fama di Gesù, la fama di ciò che è vero, passa attraverso anche le nostre formalità, arriva anche laddove si dovrebbe parlare poco e con gli occhi bassi. E’ chi ha incontrato Gesù che si occupa del fatto che altri lo sappiamo e lo incontrino
Fin qui il centurione non ha particolare merito: ha sentito dire di Gesù e ha posto in questo sconosciuto la sua ultima speranza, come ,credo, farebbero molti; il tentativo diviene fede quando decide di non chiedere a Gesù di andare da lui.
La fede è un confidare è mettere tutto nelle mani di Gesù, non è solo un riporre la speranza, quando di motivi per sperare non ne hai più.

La cosa davvero strepitosa è che Gesù obbedisce a tutto questo: vede la fede e si ferma, obbedendo.


Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO

La caduta della ragione è nel tentativo di rendere “ragionevole” il Mistero. Cosa che ci accade non per cattiveria ma per una legge dell’esistenza che ci troviamo addosso, dicevamo venerdì.
Oggi aggiungiamo solo il fatto che tutto questo si fa concreto e smette di essere una riflessione constatando come spesso ci troviamo a voler definire la realtà secondo quello che capiamo.
I fatti che accadono, la faccia degli altri sono il segno di Qualcosa di più grande, solo così potremo vivere rispettando la realtà o gli altri intorno a noi.


Commenti

2 risposte a “Martedì 8 luglio 2025”

  1. Liliana

    Sì, siamo veramente dei furbacchioni e degli approfittatori. Ieri sono entrata in una chiesa a pregare per i nipotini di amici della nostra comunità. Mentre pregavo mi sono accorta di un uomo sulla sua carrozzina a rotelle là davanti all’altare nella chiesa completamente vuota nell’ora in cui tutti sono in spiaggia .
    Pregavo e guardavo lui tutto chinato in avanti in un atteggiamento di domanda e allora, non avendo io nulla nelle mani da offrire, ho offerto a Gesù le sofferenze di quell’uomo per la guarigione dei nostri bambini.

  2. È un momento della mia vita che ho bisogno di credere proprio come il centurione. SEMPRE profonde e sagge le riflessioni che mi aiutano veramente tanto. Grazieeee.

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